COMPITI A CASA: i GENITORI NON POSSONO RESTARE IN SILENZIO




Compiti a casa sì, compiti a casa no: è un falso problema. Se il ragazzo non ha capito la lezione, che senso ha assegnare i compiti a casa? Se non riesce a fare ancora il disegno tecnico a scuola che senso ha assegnare  una tavola da fare a casa?
Si studia e si lavora a scuola per  suscitare interesse e passione, per acquisire metodo  e per sviluppare capacità. Se tutto questo non si sviluppa in classe è illusorio che si sviluppi all’esterno.
Assegnare i compiti a casa a chi non riesce a svolgerli è un assurdo pedagogico
Il MIUR  sta cercando di intervenire con autorevolezza in tale direzione. Di qui la giusta Circolare sui compiti a casa del Ministro della Pubblica Istruzione
Lavori di approfondimento o di consolidamento vanno assegnati liberamente a chi  ha già avuto il dono di comprendere  ed è spinto all’approfondimento.
Assegnare compiti a casa a chi non ha ancora autonomia esecutiva diventa una forma di violenza esercitata sulle famiglie e sugli alunni: è come voler pretendere un salto in alto di un metro a un ragazzo che non riesce ancora a saltare i 70 cm.
Lo avevano capito bene don Milani e la Montessori i quali rivolgendosi soprattutto a una fascia che oggi chiamiamo dell’obbligo che va fino ai 16 anni, cercavano:  A - di motivare i ragazzi all’apprendimento; B- di eliminate voti e registri; C -  di mettere i ragazzi  che avevano appreso un determinato contenuto a servizio di quanti non riuscivano ancora; D- di lavorare insieme e ad apprendere insieme; E – di scoprire l’importanza della conoscenza; F – di creare rapporti di condivisione e di corrette relazioni tra gli alunni e  tra docenti e alunni.
Sergio è un ragazzo di 14 anni che frequenta il primo superiore di un istituto tecnico di una città italiana. E’ un ragazzo intelligente, ma emotivamente delicato tanto da avere nel corso di studi precedenti  in particolari momenti problemi di linguaggio e di dislessia. Aver trovato insegnanti che lo hanno capito e gli sono stati accanto gli hanno permesso di andare avanti e non perdere la fiducia in se stesso. Arrivato al primo superiore cambio di scena: gli insegnanti portano avanti il programma e  fanno verifiche continue e il ragazzo colleziona una serie di valutazioni negative. Gli insegnanti sono solleciti a comunicare  i risultati negativi alle famiglie. Il ragazzo trova molta difficoltà nei compiti a casa. La famiglia è nel panico perché non sa come aiutare  il figlio che tra l’altro vive una vera crisi di rigetto della scuola. Unica soluzione trovare un docente esterno che affianchi il ragazzo nel lavoro a casa.
E’ questo che una famiglia deve fare?  E’ questo che la Costituzione aveva previsto?
Da un po’ di tempo questa situazione in forme diverse  si ripete anche nelle classi delle medie per cui molti genitori sono in panne per i compiti a casa. Non così nelle elementari dove i docenti, per la loro preparazione specifica, sono più  pronti a capire i problemi dell’età evolutiva, anche se la richiesta di certe prestazione (Invalsi) sta creando qualche problema anche nelle Elementari.
Forse è più che necessario che le famiglie formulino una esplicita richiesta alla Scuola  in cui evidenziare quanto la Costituzione italiana e  le Dichiarazioni dei diritti degli uomini e dei bambini affermano  e chiedere altresì al Corpo Docente di non assegnare compiti a casa ai ragazzi che non riescono ancora a svolgerli, di non assegnare compiti nei giorni di festa, e dare solo la possibilità di approfondimento  solo a quei ragazzi che facoltativamente lo desiderano
Chiedere alla famiglie un ulteriore impegno scolastico  dopo le ore di lezioni, come oggi è in uso, è palesemente contro il principio costituzionale (Art. 3) che vuole sia la scuola a svolgere il compito, di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, anche perché la maggior parte dei genitori non è nelle possibilità di farlo.
Pertanto è necessario  indirizzare ai Dirigenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado un’istanza  in cui vanno precisate opportune e chiare richieste.
Pasquale lubrano Lavadera

Segue in basso
Facsimile di istanza da inviare al Drigente dell’Istituto







Egr. Dr.,…..
Dirigente dell’Istituto……
Via…………………….
Il sottoscritto…..  nato a ….  il….. e residente in via………………………genitore dell’alulnno…. frequentante la classe…………….del suo istituto
in ottemperanza dell Art.3 e l’art 31  della Co tituzione Italiana  e della dichiarazione de diritti dell’uomo  e la dichiarazione dei diritti dei bambini,
chiede gentilmente alla S.V.
A - di tener conto dell’età  del ragazzo o del giovane nel suo processo evolutivo, del suo stadio di evoluzione psichica, delle loro fondamentali esigenze, come pure  di riconoscere   il diritto ad una crescita armonica in un atteggiamento di servizio di ascolto delle sue esigenze e di  comprensione scartando ogni forma di autoritarismo rigido o di permissivismo distratto;
B - di favorire nelle classe una metodologia che ponga l’alunno al centro di ogni processo di apprendimento, avendo una speciale attenzione per ogni alunno, e in special modo per quegli alunni che presentano difficoltà, con atteggiamento di comprensione, sapendo che l’adolescenza è un periodo particolarmente delicato, critico, pieno di problemi e pericoli;
 C - di offrire più che una professionalizzazione dello studio, una formazione dell’uomo  aiutando ogni alunno a scoprire il valore del bene relazionale, fondamento dei rapporti sociali e dell’intera società;
D - di non provocare nell’ alunno l’ossessione del voto e delle prestazioni, ma di offrire informazioni,  spiegazioni, approfondimenti in un dialogo costruttivo e dove i giudizi formulati periodicamente non siano trasferiti alla personalità dell’alunno ma  solo ai risultati del processo di apprendimento;
E - di non creare un sistema didattico  troppo imperniato sulla competizione  in quanto essa induce  il ragazzo a considerare  importante solo il successo,  strada maestra per il cinismo e l’arrivismo, e di avvilimento ed emarginazione per  gli alunni svantaggiati;
F - di seguire il  ritmo di maturazione dell’alunno cercando nei limiti del possibile di individualizzare l’insegnamento secondo le esigenze di ognuno, realizzando nelle ore scolastiche ogni processo utile di apprendimento, e di non demandarlo nelle ore  extrascolastiche con compiti a casa  quando l’alunno non è ancora in grado di affrontarli da solo;
G - di offrire  lavori a casa facoltativi solo per quegli alunni che sono in grado di svolgerli;
H -  di favorire la collaborazione in classe tra alunni affinché chi ha già raggiunto un buon livello di maturazione possa aiutare chi deve capire, maturare e approfondire;
I - di non dare lavori scolastici da svolgere nelle festività.
Le sarò grato se lei terrà conto delle mie richieste. Mi tenga informato sulle decisioni che lei come Responsabile della Scuola, insieme al Collegio Docenti, vorrà prendere in merito.
Augurandole sempre un buon andamento dell’attività didattica  del suo Istituto la saluto   distintamente.
Data e Firma……………………………………………………………………………


Commenti

Post popolari in questo blog

IL BAMBINO AL CENTRO DI OGNI PROCESSO EDUCATIVO - IL METODO MONTESSORI OGGI

OCCORRE UNA TRASFORMAZIONE NEL BIENNIO DELLE SUPERIORI

Mazze e panelli fanno i figli bruti