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Visualizzazione dei post da 2022

ASSURDO CLASSIFICARE LE SCUOLE!!!

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  Un grave oltraggio al mondo dell'educazione Si classificano le Scuole?! Sì, si classificano nel silenzio ovattato di tutti: famiglie, docenti, politici, dirigenti, provveditorati, Ministeri. Quale vergognoso oltraggio al mondo dell'educazione! La "meritocrazia scolastica" osa classificare una delle istituzioni più nobili, più umane e formative del nostro sistema sociale. E logicamente, anche se non lo si dice, come logica conseguenza vengono indirettamente classificati anche i docenti che insegnano in quelle scuole, gli alunni che le frequentano, e il metodo di insegnamento ivi applicato. Coccarde per tutti! Ma ci rendiamo conto dell' oltraggio assordo e discriminante che ricade con violenza inaudita su tutte quelle scuole italiane che lottano nelle loro classi per dare dignità a tutti i ragazzi delle nostre società tra i quali anche alunni che provengono dalle cosiddette zone "problematiche" della società, le cosiddette periferie degradate dove

PUO' UNA SCUOLA DIVENTARE DISUMANA?

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Può una scuola diventare disumana? E' una domanda che più volte è affiorata nella mia vita di insegante. E sempre mi sono riportato ai miei anni scolastici dove ho vissuto momenti belli e creativi ma anche momenti dolorosi e tragici. Addebitavo logicamente  la responsabilità ai docenti e ai compagni senza rendermi ancora conto che molto spesso è il sistema scolastico che induce scelte  giuste o aberranti. Oggi sono più che mai convinto che la scuola attraverso gli insegnanti è chiamata in primo luogo a rendere più umana la vita dei nostri figli, i quali vivono proprio nella scuola la loro prima esperienza sociale e che determinerà non solo la loro formazione ma anche il modo di rapportarsi con gli altri. E questo vale sempre, ma in modo speciale nella scuola primaria e nella media di primo grado in quanto esse accolgono i ragazzi e le ragazze in un momento tra i più delicati del loro processo evolutivo. Se  un insegnante sceglie di lavorare in una scuola elementare o in una

LE NECESSARIE LIMITAZIONI DEL DOCENTE NELLA SCUOLA

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In una scuola che educa, affinchè  gli studenti acquistino autonomia, responsabilità,  capacità di prendere posizione, capacità di comunicare, libertà e creatività, dominio di sé nei conflitti, accettazione di sé, risulta  necessario che il docente ponga a se stesso alcune limitazioni comportamentali: A- Rinunciare a esercitare un alto grado di guida e di direttività; B- Moderare la disistima di fronte a comportamenti  non adeguati, concedendo sempre la possibilità di sbagliare e correggersi; c- Non imporre il proprio comportamento sociale ed emotivo,  ma lasciare che l'alunno scelga il proprio modo di rapportarsi con gli altri e come dominare i propri sentimenti. Il docenti fa una proposta ma poi lascia allo studente la libertà  di percorrere il proprio cammino. Solo alla fine ci sarà il confronto tra la proposta, l'attuazione e i risultati raggiunti. Pasquale Lubrano Lavadera

UNA SCUOLA CHE EDUCA E NON PUNTA AL MERITO

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  I giovan di "Libera" si interrogano su come migliorare la società Uno dei fini, ritenuto fondamentale  nel processo educativo di ogni alunno, è lo sviluppo  della capacita di autonomia, affinché  egli  possa essere  libero e responsabile nelle scelte e nello stesso tempo capace   di migliorare la realtà sociale in cui vive, costruendo buone e corrette relazioni con le persone con le quali vive. Purtroppo la scuola italiana, in generale, non si è posta questo obiettivo. Infatti è difficile sentir parlare nelle scuole di "Bene relazionale". Imparare a costruire questo "bene"  dovrebbe essere la base   di ogni esperienza scolastica. Puntare al merito è un grande rischio, perché, oltre a chiudere l'alunno in una prospettiva individualistica, che  nuoce a se stesso,  procurerà danni sociali rilevanti nel periodo scolastico con conseguenze negative anche sul futuro. Non va infatti dimenticato che l'alunno vive  nella scuola la più importante esperienza

Scopi dell'educazione secondo Rogers

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  Per educazione si deve intendere l'avvenimento che si svolge fra due o più persone, caratterizzato dalla promozione o dalla modificazione delle esperienze e del comportamento dell'uomo. Gli insegnanti e gli educatori devono stabilire quale tipo di educazione e quali scopi educativi intendono realizzare. Seguendo la formulazione di Rogers possiamo indicare questi scopi: 1) Giungere a comportamenti che aiutano l'uomo ad essere libero  senza ostacolare gli interessi della comunità; 2) Eessere capaci di  agire con responsabilità nelle proprie azioni; 3) Apprendere in modo critico e saper prendere posizioni, al momento opportuno, di fronte ai contributi degli altri; 4) Di fronte ai tanti problemi che si affacciano nella vita, essere capaci di risolverli adeguatamente; 5) Essere capaci di comunicare agli altri le proprie esperienze, i propri pensieri, le conoscenze in maniera chiara e ordinata; 6) Non essere rigidi ma flessibili e attenti di fronte a nuove situazioni e nuovi pr

CHIARA LUBICH: PER LA PACE UN IMPEGNO MAGGIORE PER I PIU' BISOGNOSI

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  CHIARA LUBICH (1920-2008) Il piano di Dio sull'umanità è la fraternità, che è possibile fra persone di ogni popolo, fede e cultura, perché l'amore fraterno è scritto nel DNA di ogni essere umano.    Ma la fraternità che ci unisce, anche come credenti di varie religioni, ci impone, oggi più che mai, dei compiti precisi, indicandoci nuove strade.    Nella lotta contro i mali presenti non c'è solo un nemico esterno che si nasconde, ma anche un nemico interiore che si annida nelle nostre coscienze. E' quello che ci porta a compiere scelte - private e pubbliche -   e ad adottare stili di vita che creano o alimentano l'ingiustizia, la povertà, il sottosviluppo. Per combattere questo nemico occorre una vera conversione, una revisione di vita.    Le enormi risorse spirituali e morali che possono scaturire dal sentimento religioso devono essere convogliate nel campo delle relazioni umane e tradursi in azioni impegnative tali da influenzare positivamente l'ordine

LAURA MANCINELLI : MORIRE E RINASCERE

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  Laura Mancinelli Forse è vero che si nasce una volata sola, ma nel corso della vita si muore più di una volta. Più di una volta si precipita nel buco nero della disperazione che io chiamo morte, il pozzo buio in cui ci tiene incatenati la stanchezza di vivere o un troppo grande dolore. Ne ho fatto esperienza io stessa, due volte, quando sono morte le persone che più ho amato nella vita. E due volte sono rinata. Sono riemersa a fatica dal buco nero della non esistenza, non da sola, ma soccorsa sempre da qualcuno o da qualcosa. Una mano tesa che mi ha aiutata a risalire in superfice, per provare ancora il sapore della vita e la gioia di esistere. Non significa dimenticare, sfuggire il dolore, ma al contrario accettare di soffrire, trasformare il ricordo di ciò che si è perduto in impulso a vivere e continuare ad amare. Sono molte le cose e le persone che contribuiscono a questo rinascere , e di parte di esse non abbiamo consapevolezza. E forse resteranno sempre nell’ombra. Ma “

Alla nascita riceviamo in eredita il bene e il male del passato

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  Laura Mancinelli e Claudio Magris Con l'ampliarsi della sfera di conoscenza e comunicazione delle vicende umane, che è il grande vanto dei nostri giorni, si amplia anche l'ambito delle nostre colpe. I genocidi commessi e che si continuano a commettere non sono più cosa che riguarda solo chi li opera: l'averne fatto conoscenza ci coinvolge tutti nella colpa, anche se individualmente  non ne siamo responsabili. L'ampliarsi della comunicazione dovrebbe condurre alla consapevolezza dell'esperienza collettiva, nel bene e nel male, alla coscienza che  di tutto ciò che si compie, di ogni nostra azione anche minima, nulla va perduto e tutto confluisce nella memoria che ci viene affidata come eredità inconscia all'atto della nostra nascita Laura Mancinelli da Laura Mancinelli, Andante con tenerezza, Einaudi 2002

Laura Mancinelli: Chi era accanto a Dante mentre scriveva la COMMEDIA?

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  Alessandro Sperduti è DANTE nel film omonimo di Pupi Avati Nella Divina Commedia non c'è solo l'opera di Dante, c'è il coro dei suoi contemporanei, non soltanto fiorentini, e di tutto un passato, senza il quale i versi, che hanno salvato la coscienza di un uomo ridotto a un numero, non sarebbero stati possibili.  In quei versi  sono presenti tutti i gesti e le azioni, anche minime, di chi ha cotto il pane per lui e gli ha permesso di vivere. Quei gesti e quelle azioni, umili e in se stesse dimenticate, fanno parte del nostro patrimonio culturale collettivo. Laura Mancinelli da Laura Mancinelli, andante con tenerezza, Einaudi 2002

COME USCIRE DALLA CRISI CULTURALE DI OGGI

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Di fronte agli scenari di guerra e di violenza che stanno dilaniando popoli interi, si parla spesso della crisi della cultura e si fanno tante analisi, e si annunciano proposte, alcune condivisibili altre no. In tale panorama sento l'urgenza di sottoporre all'attenzione di tutti due esperienze legate a due personaggi che hanno segnato la cultura italiana nel secondo novecento. La prima è intimamente legata a Eugenio Scalfari, il fondatore di "La Repubblica" un giornale che si è imposto sulla scena italiana e che ha perseguito obiettivi culturali ben precisi. Si possono condividere o meno, ma è innegabile che essi hanno portato un grande fermento di idee innovative in campo giornalistico e non solo. Il progetto non si è limitato al giornale ma ha creato spazi di confronto con grandi manifestazioni nazionali nelle nostre città, ha promosso letteratura, pedagogia, filosofia spettacolo ... Ma tutto ciò non sarebbe bastato, dal punto di vista culturale, se non ci fosse st

Laura Mancinelli: Nulla va perduto della nostra vita

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E' possibile che nulla vada perduto di quanto  l'uomo fa in vita. E non parlo delle grandi opere  degli artisti, ma dei gesti quotidiani di ogni persona, che interagiscono tra loro anche se non ce ne accorgiamo, e vanno a formare quella coscienza collettiva che ognuno di noi eredita all'atto del nascere, e forse anche prima. Di questo fardello che ci sta sulle spalle e di cui non siamo coscienti né responsabili, si acquista consapevolezza a poco a poco, vivendo e facendo le nostre esperienze individuali, che non sono mai disgiunte dalle azioni altrui, di coloro che ci hanno preceduti, e ad esse si sommano in una sorta di memoria collettiva, la nostra cultura. Laura Mancinelli da Laura Mancinelli, Andante con tenerezza, Einaudi, 2002.

Per combattere la deriva antidemocratica presente in molte scuole

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 Mi permetto di elencare alcune disfunzioni che stanno portando scompiglio e confusione in tante scuole dell'obbligo, nate tutte per attuare il principio costituzionale dell'istruzione per tutti, e quindi per offrire ai ragazzi e alle ragazze la possibilità di sviluppare le proprie capacita e di rimuovere quegli ostacoli che si frappongono ad un normale sviluppo evolutivo: A- libri troppo corposi e costosi in tutte le discipline scolastiche: è penoso esaminare la mole di libri che fin dalla prima elementare le famiglie sono costrette ad acquistare su indicazione della Scuola che, sembra avere, come unico obiettivo quello di riempire la mente di quante più conoscenze possibili, B- ci si dimentica che gli obiettivi vanno fissati anno per anno, alunno per alunno a partire dalle situazioni di partenza che sono molto diverse da alunno a alunno, C- si esercita spesso una vera pressione sugli alunni rovesciando loro addosso contenuti su contenuti sottoponendoli ad un "massac

NO ALLA GUERRA SI' ALLA PACE

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  Da migliaia e migliaia   di anni   le società sono state formate e dominate dal principio della dominazione. Effetto primo di tale principio il conflitto interpersonale e i conflitti tra gli Stati regolati dalle guerre, ritenute da millenni strumento necessario; i libri di storia ne sono testimonianza. Quello che è avvenuto in Russia ultimamente è un elemento nuovo di grande forza morale che ci fa sperare. E' infatti la prima volta che le madri scendono in piazza per condannare apertamente la guerra. Gridano: Ridateci i nostri figli. E ne hanno diritto, perché la guerra - se ci riflettiamo bene - è un assurdo omicidio di massa legalizzato. Risolvere problemi di dominazione e di aggressione mandando a combattere milioni di uomini per uccidersi a vicenda è quando di più disumano possa esserci. Lo gridava con forza nell’800 Lamartine nel parlamento francese, nel mentre sia la destra che la sinistra lo vessavano con ingiurie calunniose. Lo hanno ripetuto nel 900 sia  Igino Gi

Marilisa Mancino: Sapere, saper fare, saper essere con gli altri

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  Marilisa Mancino SAPERE, SAPER FARE, SAPER ESSERE CON GLI ALTRI Intervista alla Dirigente Scolastica MARILISA MANCINO Marilisa Mancino, attuale Dirigente scolastica dell’istituto comprensivo E.Ibsen di Casamicciola Terme - Napoli, ha lavorato in questi ultimi anni come Dirigente nei seguenti istituti: Direzione didattica di Zola Predosa - Bologna dal 2015 al 2018 Istituto comprensivo “Tullio de Mauro” Roma, dal 2018 al 2020 e dallo scorso anno all’Ibsen di Casamicciola. Le abbiamo rivolto alcune domande, in questo inizio di anno scolastico, partendo dalla cosiddetta “crisi della scuola”, evidenziatasi proprio nel lungo periodo del Covid: esperienza che ha costretto   alla didattica a distanza, nel coinvolgimento non sempre positivo di alunni, docenti e famiglie. La crisi della scuola dopo la lunga e deludente   esperienza della didattica a distanza ripropone oggi una serie di domande sulla didattica scolastica, sull’importanza del ruolo educativo della scuola. Il tuo pensiero

FRANK CAPRA: LA RICERCA DELLA FELICITA'

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Frank Capra Tutti cerchiamo la felicita e si     è sempre affermato che  per essere felici bisogna avere dei sogni e fare il possibile per realizzarli. Importante è considerare,  però, sogni compatibili con le nostre attitudini, i nostri talenti, i nostri mezzi  e le nostre risorse. Diversamente potrebbe essere pericoloso e anziché trovare la felicità troveremmo la nostra infelicità. Leggevo in questi giorni l'autobiografia del grande regista italo americano Frank Capra (Il nome sopra il titolo, Minimum Fax) e mi ha sorpreso una sua frase, in cui afferma che lui è stato veramente felice, e la sua vita è cambiata in meglio, quando non ha pensato solo ai suoi SOGNI ma ha cercato anche di aiutare  gli altri a realizzare il loro sogno. Penso che ci sia una grande verità in questa affermazione  perché quelle poche volte che ho aiutato qualcuno a realizzare un piccolo sogno  ho provato una felicità veramente grande.

Marshall B. Rosenberg: L'insegnante non dovrebbe mai dire giusto, sbagliato, corretto, non corretto, buono, cattivo... se vuole promuovere una scuola che arricchisca la vita!

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Marshall B. Rosenberg (1934-2015) Come afferma Marshall B. Rosenberg, in una scuola che arricchisce la vita  degli studenti:  "Non vi sono valutazioni statiche e moralistiche ("critiche", ne valutazioni positive ("lodi" e "complimenti"). Gli insegnanti valutano le performance dello studente dicendo "sono d'accordo" o "non sono d'accordo", anziché "è giusto" o "è sbagliato". Gli insegnanti esprimono agli studenti  quello che vorrebbero che essi facessero, ma non utilizzano un linguaggio che implica che gli studenti  non hanno scelta, come ad esempio "devi fare questo", "non puoi fare quello", "dovresti fare così". Per far si che gli insegnanti si abituino a questa idea, per quanto difficile essa sia, nelle scuole che arricchiscono la vita c'è un "detector" speciale. L'insegnante non può varcare la soglia dell'aula se ha in testa una di queste parole: giu

Anna Maria Ortese: Ragione e vita

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  Anna Maria Ortese  (1914-1998) Le parole "ragione" e "vita" mi sono parse sempre così grandi; ma adesso mi mi sembrano così infinitamente più grandi, che provo un senso di sgomento pensando di averle pronunciate forse tranquillamente...Vedo la vita come un mare; e questo mare, ai miei occhi, è immortale. E la ragione è ciò che vede questa immortalità. Ma non è dell'uomo, la ragione; gli passa accanto, lo sfiora; un attimo solo. Poi l'uomo è di nuovo solo. Questo è il nostro vivere. Non sappiamo quando siamo noi, e quando siamo la ragione. Forse quando siamo noi, non siamo che vuoto e sofferenza; e siamo noi stessi, abbiamo vera identità quando la ragione manda la sua luce fino a noi. Anna Maria Ortese da Corpo celeste  Adelphi 1997, p. 107

Anna Maria Ortese: Essere accanto all'uomo che soffre

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  Anna Maria Ortese (1914-1998) «Non dite una parola sul dolore del fratello. Il fratello (professore o altro) sta lì svenuto e voi pensate a sempre nuovi congressi. Oh, smettetela: il dolore, sotto i congressi, non cessa. Lo spirito dell’uomo ha bisogno di parole modeste, una stretta di mano perfino potrebbe bastargli. Oh, il dolore di chi muore solo». Anna Maria Ortese da Anna Maria Ortese, Alonso e i visionari, Adelphi, 1996

Una ragazza di sedici anni si uccide per i brutti voti a scuola

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E accaduto ieri a Roma. Marta aveva solo  16 anni, una bella famiglia e tanti amici, ma a scuola collezionava voti non buoni.  Marta oggi non è più tra noi. La scuola, prima esperienza sociale dei ragazzi e dei giovani, dovrebbe tenere in maggiore considerazione le condizioni psicologiche del preadolescente e dell'adolescente, allorquando l'essere umano è in una situazione di fragilità emotiva  e dove l'Io va formandosi lentamente. E' proprio in questa fase della vita che le insicurezze le paure le difficolta del vivere appaiono speso in una dimensione tragica a tal punto da sconvolgere l'equilibrio emotivo . La scuola non può continuare a trattare i nostri ragazzi e ragazze come dei robot da addestrare e a cui chiedere prestazioni. La Scuola non può continuare a fare statistiche sulla bontà o meno dei processi di apprendimento a secondo i risultati delle prove INVALSI.  La scuola non può e non deve classificare gli individui con voti che sono spesso discriminanti,

Una scuola elementare al collasso

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scuola Montessori Ieri pomeriggio il mio nipotino che frequenta la terza elementare di una rinomata scuola del Nord  uscendo da scuola alle 16 del pomeriggio, venendomi incontro, con gli occhi che gli luccicavamo ho ha detto: "Nonno una bella notizia, lunedì 25 non si va a scuola!!" Al che gli ho risposto: "Che bello così potrai riposarti un po', giocare e fare tante altre cose..." Ma in cuor mio c'era tristezza perchè quella gioia del bambino nasceva da una visione negativa dell'esperienza scolastica. E mi sono ricordato di quanto diceva Maria Montessori sulla scuola dell'infanzia e sulla scuola elementare: "I ragazzi devono andare a scuola con gioia  perché solo nella gioia e nella serenità si apprende e si prova interesse, quell'interesse indispensabile per la conoscenza." Lei infatti aveva eliminato voti, registri e cattedra ed aveva chiamato le sue scuole "La casa dei bambini". E invece assistiamo in molte scuole elementa

Timothy King: Se i ragazzi non accolgono le nostre lezioni

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Timothy King Nella mia formazione come insegnante, molti anni fa, mi è stato annunziato un principio pedagogico fondamentale: se i ragazzi non accolgono ciò che tu dici, non è colpa loro. La responsabilità è sempre dalla parte di chi insegna, che ha il dovere di capire se il ragazzo possiede  gli strumenti minimi necessari per comprendere quanto vuoi insegnargli. Timothy King

Scuola elementare stritolata tra complesso di inferiorità e Prove INVALSI

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  Continuo a verificare  avendo nipoti che frequentano le elementari che tale scuola sia oggi stritolata tra  complesso di inferiorità rispetto alle scuole di secondo grado e ancor più dalle Prove INVALSI che tentano di annullare "una scuola per tutti e a misura di ciascuno".  Eppure siamo tutti convinti della necessità di avere una siffatta scuola, slacciata da pastoie burocratiche e che parta da un rapporto educatico basato sull'accoglienza, sulla condivisione, sulla personalizzazione, sul rispetto dei ritmi di apprendimento e che sappia farsi carico di ogni bambino senza pretendere risultati al di sopra delle sue capacità. Sono infatti rimasto confuso ed amareggiato da un compito di italiano assegnato a un bambino di 8 anni che frequenta la terza elementare. La maestra ha dettato l'inizio di una favola poi ha messo tre puntini ed ha assegnato il seguente lavoro per casa: A - Concludi lo svolgimento della favola; B - Utilizza solo una volta un discorso diretto; C -