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Visualizzazione dei post da gennaio, 2017

Ritrovare la nostra dignità.

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Alessio Boni e Donatella Finoscchiaro in una scena del bel film di  Roberto Andò:  "Il viaggio segreto" E' alla cultura della relazione che l'uomo della postmodernità deve porre mano, confuso dal vortice incalzante degli attuali cambiamenti sociali e in disperata ricerca di se stesso. E' a partire dalla cultura della relazione che l'uomo di oggi può ritrovare la propria dignità, in un passaggio storico nel quale l'economia globale e la tecnologia av anzata rischiano di asservirlo totalmente. Nel contesto complesso di un mondo occidentale soggiogato dall'onnipotenza del sapere scientifico e tecnologica, solo la cultura della relazione può aiutare gli uomini contemporanei a riscoprire le necessarie "competenze" che permettono la "produzione" di quel bene, prezioso e sempre più raro, che è il bene relazionale . Pietro A. Cavaleri da Pietro A. Cavaleri, Vivere con l'altro, Città Nuova Editore

Se l'alunno non si sente accettato pienamente è vano ogni processo educativo

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Liliana Cosi e una sua allieva nella Scuola di balletto di Reggio Emilia In ogni processo educativo, la maturazione dell'allievo e il suo processo di crescita dipende dalla capacità del docente di accettare pienamente l'allievo per come egli è, non per come vorrebbe che fosse. Suppongo di sentire che l'accettazione più assoluta della persona per quello che è, sia il fattore di cambiamento più forte che io conosca. In altre parole, penso che favorisca il cambiamento o liberi le potenzialità necessarie alla persona  per capire che, proprio così come è, è accettata - dopo di che non c'è altro che ella possa fare se non cambiare. Dal momento in cui la persona sente che non c'è più bisogno di erigere e mantenere saldamente delle barriere difensive, penso che ci sia lo spazio necessario per intraprendere processi di crescita della vita stessa. Carl Rogers da Dialoghi con Carl Rogers Edizioni la Meridiana 1989

IL PERDONO

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Vita sociale nella comunità di Abojog (Filippine) Il perdono Perdonare non vuol dire soltanto condonare, rinunciare alla vendetta. C’è un perdono profondo e amoroso ch’è assai più dell’oblio: esso rifà nuova dentro di noi la persona che ci ha offesi, la va a pescare alle origini della su infanzia e ricomincia allegramente a giocare con lei. Luigi Santucci dal romanzo Il velocifero di Luigi Santucci, Mondadori 1963

Martin Buber: IN UN RAPPORTO VALE L'ACCETTAZIONE

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Si lavora alla Nuova scuola di balletto classivo Cosi-Stefanescu - Reggio Emilia Direi che ogni vera relazione esistenziale fra due persone inizi con l' accettazione . Per accettazione, intendo...la capacità di dire, o piuttosto di non dire, ma solo per farlo sentire all'altra persona, che io l'accetto così com'è. Ti accolgo così come sei. Beh, così, ma non è ancora ciò che io intendo dire con l'idea di confermare l'altro, Perché l'accettazione significa semplicemente accettare l'altro per com'è in quel momento, nella sua realtà attuale. Confermare significa prima di tutto accettare tutte le potenzialità dell'altro e fare persino una distinzione decisiva nelle sue potenzialità, e naturalmente ci possiamo sbagliare più volte in questo processo, ma si tratta semplicemente di una opportunità fra esseri umani. Posso più o meno riconoscere il lui la persona che è stata creata per diventare. Nella semplicità del linguaggio concreto non

I pericolosi rimproveri nella vita scolastica

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Nel processo educativo, diceva  Maria Montessori,  bisogna permettere al bambino libera manifestazione delle sue esigenze, per questo non si può intendere la disciplina come immobilità e silenzio, né il lavoro scolastico può essere  una religiosa ripetizione delle lezioni del maestro. Strumento importante nella scuola primaria, dice sempre la Montessori, è il gioco, non i giocattoli. Il gioco dà il senso della prosocialità, della reciprocità offre regole chiare e dà gioia. Logicamente la libertà del bambino deve avere come limite  il benessere di tutta la classe, per cui dobbiamo impedire allo scolaro tutto quanto può nuocere ai compagni e tutto quanto è indecoroso e sgarbato. Se un bambino, a scuola, crea continuamente disordine e squilibrio nella classe, , dobbiamo dare un autorevole indicazione  per esortarlo decisamente a cambiare atteggiamento,  senza che ciò sia castigo. Il bambino ha necessità di quell'intervento autorevole, perché trovandosi  nel disordine inte

Ancora "violenza" nei metodi educativi...

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La maggior parte dei genitori ancora crede che le punizioni fisiche o l'aggressività verso i figli insegnino la disciplina; in realtà oggi sappiamo che esse indeboliscono il legame, compromettono lo sviluppo emotivo del bambino e generano in lui sentimenti di rancore e ostilità. L'evoluzione delle scienze pedagogiche e psicologiche ci da strumenti che rendono possibile il lavoro di prevenzione della violenza, attraverso l'educazione alla genitorialità positiva , un comportamento orientato all'interesse del Bambino, al riconoscimento della sua individualità, a una maturazione in sintonia con i suoi tempi e le sue esigenze, alla promozione della sua autonomia. Nessuno è perfetto, ma è precipua responsabilità egli adulti imparare a migliorarsi e a uscire dalle strettoie delle ingiunzioni che abitano in lui e che lo conducono, quasi in automatico, a infliggere alla generazione successiva quanto ricevuto da quella precedente. Sostenere la resilienza familiare (Walsh

Da cosa dipende la nostra felicità?

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Ciascuno di noi, fin da bambino sperimenta l'importanza della relazione con gli altri, in modo particolare nella relazione con i nostri genitori possiamo beneficiare di quello spazio ideale nel quale ci sentiamo rassicurati e che diventa il luogo di una benefica appartenenza. Inoltre nella relazione con i genitori si delinea giorno dopo giorno la nostra individualità. Sentirci parte di una realtà vitale che ci rassicura e acquisire la nostra specifica individualità sono i due elementi fondamentali che determinano la nostra identità. Entrambe le realtà, per svilupparsi bene, hanno però bisogno di sane relazioni con l'altro. Se tale relazione, nei primi anni di vita, è distorta o confusa e poco rassicurante, si avvia un processo di formazione alterato che determina in noi un'immagine distorta di chi siamo ed anche mancanza di sicurezza. Addirittura, dice Pietro A. Cavaleri, che senza questa sana relazione non potremmo esistere come esseri viventi. Infatti "da qu

Marshall B. Rosenberg: La comunicazione non violenta

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Marshall B. Rosenberg La comunicazione non violenta si basa su abilità di linguaggio e di comunicazione che rafforzano la nostra capacità di rimanere umani, anche in situazioni difficili. Non contiene nulla di nuovo: tutto quello che è stato integrato nella comunicazione non violenta è già noto da secoli.  Il suo scopo è di farci ricordare ciò che già sappiamo - circa il modo in cui gli uomini sono fatti per relazionarsi tra loro - e di aiutarci a vivere in un modo che è manifestazione concreta di questa conoscenza. La comunicazione non violenta ci guida nel ripensare il modo in cui esprimiamo noi stessi ed ascoltiamo gli altri. Invece di di limitarci ad avere reazioni automatiche, abituali, le nostre parole diventano risposte coscienti basate sulla solida consapevolezza di ciò che percepiamo, ciò che sentiamo e ciò che vogliamo. Siamo perciò indotti ad esprimere noi stessi con onestà e chiarezza, allo stesso tempo prestando agli altri un'attenzione rispettosa ed emp

La scuola è in crisi perché troppo democratica? Maria Montessori diceva....

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Paola Cortellesi nel ruolo di Maria Montessori nel film omonimo Susanna Tamaro in un articolo sul "Corriere della Sera" parla della situazione disastrosa delle scuola italiana a causa di un eccesso di democrazia, che ha determinato mancanza di impegno e annacquamento progressivo di ogni processo educativo. Dice che la scuola  n on si può limitare a trasmettere nozioni senza un reale processo di educazione, e questo mi sembra sacrosanto e giusto. Anche se a questo punto nasce la domanda quale tipo di educazione? La Tamaro, a riguardo del processo educativo, afferma che per educare bisogna “pretendere”. Io invece sono convinto che nessun processo educativo possa “pretendere”, sia in famiglia che a scuola, ancor più se ci troviamo in una scuola dell’obbligo. A parer mio la scuola sprofonda li dove è avviata su binari anti-democratici. La democrazia, quando è reale e non solo uno slogan, vuole esercitare il potere con gli altri e non su gli altri; vuole che tutti g

Federico Fellini: Rompere la solitudine tra uomo e uomo

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Federico Fellini Per imparare la ricchezza e la possibilità della vita sociale…è innanzitutto importante imparare a stare, semplicemente, anche con un solo altro uomo: credo che questo  sia il tirocinio d’ogni altra società e credo che se non si risolve questa umile ma necessaria partenza, ci troveremo forse domani di fronte a una società esteriormente bene organizzata, e pubblicamente perfetta e senza peccato, nella quale però i rapporti privati, quelli tra uomo e uomo, quelli tra le “persone” rimarrebbero rapporti di vuoto, di indifferenza, di isolamento e di impenetrabilità. Il nostro male, di noi uomini moderni, è la solitudine, e questa incomincia assai in profondo, alle radici dell’essere, e nessuna ubriacatura pubblica, nessuna sinfonia politica può presumere di levarla tanto facilmente. C’è invece, a mio avviso, tra persona e persona, il modo di rompere questa solitudine, di far passare come “un messaggio” tra l’una e l’altra, e di comprendere, dunque, di scoprire q

Pietro A. Cavaleri: Molte madri oggi allattano al seno

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Nonostante negli ultimi tempi le abitudini delle giovani madri siano molto cambiate, non è raro incontrare  alcune di esse che ancora oggi allattano al seno il proprio piccolo. La scena è di quelle viste tante volte, ma suscita sempre una particolare tenerezza, risveglia sentimenti antichi e profondi. C'è lo sguardo affettuoso e soddisfatto della madre, il suo abbraccio sicuro e accogliente. C'è la testolina protesa e voracemente "attaccata" del figlio. Guardando la scena tuttavia può accadere che ci sfugga qualcosa  di particolarmente importante. Quel bambino che la madre con tanta cura tiene tra le braccia, contrariamente alle apparenze non è "affamato" soltanto di latte, del suo vitale nutrimento. Egli, forse in maniera più intensa e viscerale, ha fame di riconoscimento .  Appena nati, infatti, siamo subito "affamati" della relazione con l'altro , desiderosi dello sguardo dell'altro, della sua attenzione. Vogliamo "se

Riane Eisler: Occorre cambiare i sistemi educativi

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Riane Eisler Arricchire la vita – allargare le nostre menti, i nostri cuori, i nostri spiriti – dovrebbe essere lo scopo dell’educazione. Purtroppo, però, l’educazione tradizionale ha spesso imprigionato la mente, il cuore e lo spirito dell’uomo, anziché liberarli. Ha ostacolato la nostra naturale curiosità e gioia di apprendere, ha soffocato il desiderio di conoscere ed il pensiero critico, ha esaltato modelli di comportamento egoistici e violenti…La struttura organizzativa della scuola è anch’essa generalmente di tipo gerarchico, ed al suo interno l’educazione   è qualcosa che viene impartito agli studenti, non qualcosa che viene impartito insieme a loro…I processi e i contenuti di certe strutture educative si adattano bene a quello che io chiamo modello di società basato sulla “dominazione”, un modello in cui le famiglie, i luoghi di lavoro, le nazioni sono organizzate sulla base di ranghi rigidi, sostenuti, in ultima analisi dalla paura e dalla forza. Questo tipo di edu

Chiara Lubich: Accogliere l'altro così come è

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Chiara Lubich (1929-2008) in India con un'amica induista Accogliere l'altro così com'è, non come vorremmo che fosse, con un carattere diverso, con le nostre stesse idee politiche, le nostre convinzioni religiose, e senza quei difetti o quei modi di fare che tanto ci urtano. No, occorre dilatare il cuore e renderlo capace di accogliere tutti nella loro diversità, nei loro limiti e miserie. Chiara Lubich Da Chiara Lubich, Paola di vita agosto  2006, Città Nuova