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Visualizzazione dei post da febbraio, 2017

L'educazione che arricchisce la vita

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George Miller Sono d'accordo con lo psicologo George Miller che ha scritto: "I problemi più pressanti dl nostro mondo sono problemi che noi stessi abbiamo creato: Non sono stati creati da una Natura inanimata, malvagia e crudele, né siamo stati puniti per volere divino. I nostri problemi sono problemi umani, la cui soluzione richiede che cambiamo il nostro comportamento e le nostre istituzioni sociali." L'educazione che arricchisce la vita si concentra su come gli insegmanti possono offrire delle opportunità di apprendimento che permettano agli studenti di diventare una forza positiva nella risoluzione dei problemi umani. Gli studenti possono imparare ad arricchire le proprie vite e ad aiutare gli altri ad arricchire le loro. Marshall B, Rosenberg da Marshall B. Rosenberg, L'educazione che arricchisce la vita, Edizioni Esserci, Reggio Emilia

A scuola i bambini vanno ascoltati e valorizzati

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Quando i bambini sperimentano relazioni di mutualità, che arricchiscono la vita, riescono a dare il meglio di sé. Sperimentare queste relazioni è particolarmente importante per quei bambini che nelle loro case, nei loro quartieri, hanno imparato che esistono solo due alternative: sopraffare o essere sopraffatti. Ma c'è una terza alternativa che è più piacevole e funziona meglio per tutti: una scuola in cui gli studenti ed insegnanti si relazionano come partner, come collaboratori... una comunità di apprendimento piuttosto che una istituzione gerarchica impersonale. I giovani cominciano a vedere la scuola come un luogo di esplorazione, un luogo dove condividere idee e sentimenti, un luogo sicuro ed entusiasmante dove ogni bambino è ascoltato e valorizzato e dove lo spirito umano è nutrito e può crescere. E c'è di più. Quando diamo ai nostri studenti la possibilità di sperimentare relazioni basate sul rispetto e l'attenzione reciproca, non solo promuoviamo il l

Ogni giudizio su noi o sugli altri produce stress

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Marshall B. Rosenberg   Ogni parola che abbiamo nella mente, che prende la forma di un giudizio moralistico, che prende la forma del verbo essere, che definisce che cos'è una persona, che dice  ciò che questa persona è, parole del tipo: giusto o sbagliato, buono o cattivo, conservatore o liberale, terrorista o uno che lotta per la pace, normale o non normale, intelligente o stupido, per ogni parola così noi dovremo pagare, il nostro corpo stesso dovrà pagare.  Nei testi di medicina, questo modo di pensare viene definito pensiero di" tipo A", perché quando viene diretto verso gli altri, crea rabbia, quando lo dirigiamo verso noi stessi crea depressione, sensi di colpa o vergogna.  Pensare in questo modo non solo indebolisce il nostro potere con le persone, ma produce uno stress enorme nel nostro corpo: L'unica cosa peggiore di questo modo di pensare è il fatto di rendersene conto e poi dire che c'è qualcosa che non va in se stessi, perché si ha questo ti

Il merito scolastico nella scuola: beneficio o danno?

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Le forti disuguaglianze sociali  impediscono la crescita di sane e corrette relazioni. Uno dei fattori  principali delle disuguaglianze è il sistema meritocratico  vigente nelle scuole. Riportiamo un passo del sociologo ed economista Luigino Bruni: Sulla base dei meriti e dei voti scolastici abbiamo costruito tutto un sistema sociale ed economico gerarchico e castale, dove nei primi posti stavano coloro che rispondevano meglio a quei meriti, e negli ultimi quelli che a scuola ottenevano performance peggiori. E così medici, avvocati, professori universitari hanno avuto stipendi e condizioni sociali molto migliori degli operai e dei contadini; e oggi in questa nuova ondata di meritocazia, i lavoratori che, giorno e notte, mantengono pulite  strade e fogne, ricevono salari centinaia di volte inferiori a quelli dei manager delle imprese  nelle quali lavorano Quel merito scolastico, che sembrava così ovvio e pacifico, in realtà ha determinati privilegi e dignità molto diversi

Quando un bambino non vuole studiare

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Sono molto indignata per la facilità con cui i nostri bambini vengono giudicati e "torturati" psicologicamente. E non sto esagerando! Perché la tortura non è solo quella fisica, ma anche e ai nostri giorni soprattutto, quella psicologica. Viviamo in una società molto superficiale, dove i tempi frenetici e la poca pazienza che abbiamo nei confronti dei nostri bambini e delle nostre bambine, ci spingono a conclusioni affrettate sulle loro potenzialità e capacità cognitive, purché ci sollevino dall'incombenza di seguirli negli studi. Troppo spesso i genitori mi portano i loro figli emotivamene avviliti, psicologicamente affranti, demotivati e senza più la minima autostima di se stessi. Arrivano da me dicendomi che il loro bambino o la loro bambina ha difficoltà nello studio; che piange perché non vuole studiare, che non vuole andare a scuola. Me li portano dicendomi che l'insegnante gli ha detto che sicuramente ha qualche problema cognitivo, e quando arrivan

Come reagire ad una politica violenta

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Sonia Masini Mi sembra straordinario che vi siano persone  che lavorano sinceramente per radicare  la cultura della non violenza, del confronto e del rispetto...Eppure stiamo vivendo un tempo nel quale prevalgono o sembrano prevalere, in ogni ambito della società e nei rapporti tra le persone, gli aspetti più marcatamente conflittuali, le competizioni esasperate, le sollecitazioni narcisistiche  più forti...La nostra società sembra essersi incamminata sulla strada della prevalenza di chi grida più forte, questo anche nel campo della politica. In realtà sono sempre più convinta che il futuro sia sulla strada dell'ascolto, del confronto, del rispetto, della condivisione. Occorre quindi lavorare insieme per sviluppare metodi di governo condivisi, come i tavoli di concertazione, gli incontri con i cittadini, utilizzando però anche le grandi opportunità che oggi ci vengono dalle nuove tecnologie...In questo percorso di crescita penso possono avere un ruolo importante le donne

dal pensiero la parola

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Del silenzio sono in circolazione due caricature prevalenti. La prima che lo vede come realtà inerte, improduttiva, quasi imbarazzante e comunque da superare presto, incontestabilmente  coltivata da molti contemporanei, i quali evitano accuratamente sia di abitare la propria interiorità sia di mettere freno alla lingua, e, ancor più, al flusso ininterrotto di pensieri e immagini che scorrono nella mente come sopra un display. La seconda versione caricaturale è quella che tesse  l’elogio incondizionato del silenzio, e lo fa con tanto vigore da romanticizzare una realtà che è pur sempre ambigua. Chi di noi, ad esempio, non ha mai avuto a che fare con il silenzio aggressivo di chi vuole sbatterci in faccia il suo disagio,, anche perché ce ne attribuisce la colpa? Il silenzio ostile è tutt’altra cosa rispetto al silenzio ospitale che sperimentiamo nell’amicizia e nell’amore, ma anche nelle relazioni dove prevale la fiducia, il darsi credito, il rispetto. Anche solo parlare sop

Silenzio-parola-relazione

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Prove di balletto alla scuola "Nuovo Balletto Classico" di Reggio Emilia Nella danza classica il rapporto armonioso tra silenzio, suono, parola e corpo esprime, in ogni momento di prova, un altissimo esempio di vera comunicazione e di profonda relazione.

Il bene relazionale alla base di ogni progetto scolastico

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 Alessandro D'Avenia Una vera scuola pone a base del suo progetto il bene relazionale. Significative  le parole che lo scrittore-docente Alessandro D'Avenia ha scritto  in ricordo del suo "maestro" Aldo Geranzani appena scomparso: "Lasciate che i bambini vengano a me", questa è stata la tua vita fino all’ultimo. Tu che eri orgoglioso di avere la sedia su cui don Bosco si era seduto e che sei andato in Cielo proprio alla vigilia della sua festa. Questo è stato il senso della tua vita, per questo in essa nulla è andato sprecato, neanche la malattia e il dolore, perché tutto hai fatto per quei bambini, che poi diventano ragazzi, che poi diventano uomini e donne: tutti tuoi figli spirituali. L’ho letto nei volti dei miei alunni il giorno dopo, soprattutto alcuni di loro, tristi come se avessero perso un familiare, altro che il 'rettore' di una scuola così affollata. Li conoscevi tutti, uno per uno. Mi ha sempre stupito la tua capacità di parla

HA UN SENSO DIRE : COME SONO STUPIDO!

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A volte è piuttosto brutale il modo in cui le persone parlano con se stesse. Quando commettono degli errori dicono frasi del tipo: "Come posso essere così stupido? Dovrei sapere molto meglio le cose". E parlano nello stesso modo con i figli: "Come puoi essere così stupido? Dovresti comportanti meglio". Siamo stati educati in questo modo da circa ottomila anni, perché abbiamo vissuto per tanto tempo sotto regimi di dominazione, strutture nelle quali poche persone dominavano sugli altri. Vivere in simili strutture richiede una visione e un linguaggio che trasformino le persone in "esseri morti", piacevolmente "morti". Ritengo che questo linguaggio contribuisca alla violenza nel nostro pianeta, perché implica che ci sia qualcosa di sbagliato nelle persone, quando fanno qualcosa che non ci piace. Abbiamo infatti tante parole per etichettare chi non si comporta come noi desideriamo, parole come egoista, malvagio, pigro, immaturo, insensibil