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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

PER UNA SCUOLA CHE PROMUOVA LA NON VIOLENZA E LA PACE

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Molti tra noi sono convinti che è necessario un cambiamento nel sistema educativo oggi in vigore nelle scuole italiane. Prima osservazione: L’affermazione più volte affermata come una conquista della scuola dell’obbligo: “Una scuola per tutti e a misura di ciascuno” oggi viene in maniera strisciante vanificata da alcune richieste statistiche di livelli standard a cui tutte le scuole dovrebbero uniformarsi. Ci si dimentica, infatti che si lavora con persone uniche ed irripetibili, non comparabili tra loro al pari di prodotti di un azienda automobilistica. Persone che  portano dentro di loro la complessità dell’individuo in formazione, processi delicatissimi di crescita e di maturazione, diversissimi l’uno dall’altro, e per i quali la scuola dovrebbe avere  una grande attenzione e  un adeguato affiancamento onde favorire in ogni persona   lo sviluppo armonico della personalità. Ogni tentativo di comparazione tra scuole, tra docenti, tra classi, tra alunni è il frutto di un

Perché non vai a farti tagliare i capelli?

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da David Grossman, A un cerbiatto somiglia il mio amore, Mondadori Spesso le persone formulano  le loro richieste senza prima comunicare i sentimenti e i bisogni che sono alla base di esse. In particolare, questo è vero quando la richiesta prende la forma interrogativa. "Perché non vai a farti tagliare i capelli?" può essere facilmente interpretata da un adolescente come una pretesa o un attacco, a meno che i genitori non si ricordino di rivelare prima i loro sentimenti e i loro bisogno: "Siamo preoccupati che i tuoi capelli diventino così lunghi da impedirti di vedere le cose, soprattutto quando vai in bicicletta. Che ne pensi di tagliarteli?"  Marshall B. Rosenberg da Marshall B. Rosenberg. Le parole sono finestre 8oppure muri). Esserci edizioni, Reggio Emilia 2016

Non esistono bambini bravi o ciucci

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“Adesso ascolta e impara!”  mi diceva l’insegnante. Era ricorrente che facessi  scena muta alle interrogazioni. L’insegnante  pensando di fare a me una cosa gradita,  interrogava la prima della classe  per farmi sentire come si espone durante un’interrogazione. Devo ammettere che  era piuttosto umiliante sapere di  non riuscire a ricordare nulla  di ciò che avevo letto il giorno prima a casa mi faceva una  grandissima rabbia. “Ma io ho studiato!!”  dicevo con gli occhi colmi di lacrime. Ma non facevo altro che aumentare l’ira dell’insegnante. A quel punto  preferivo starmene in silenzio ad assaporare il sapore salato delle mie lacrime. Pare che non ci fosse spazio per me nella scuola,  ero un completo asino. Eppure  se mi avessero visto nella natura  avrebbero scoperto quante qualità io avessi. Oggi, ormai adulto, ho finalmente avuto l’opportunità di capire che  si trattava  di quella che oggi viene chiamato il  Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) . Qu

Kapuscinski; La nostra indentità

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Ryszard Kapuscinski (1932-2007) La nostra identità individuale non si forma in un isolamento solitario, ma nell’interazione con gli altri, ossia si forma dialogicamente e perciò dal carattere di queste relazioni, dal loro contenuto e clima dipende chi diventerà ognuno di noi. R. Kapuscinski