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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020

Le prove INVALSI ANTICOSTITUZIONALI?

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Perché le prove INVALSI sono da ritenersi anticostituzionali nella scuola dell'obbligo?  Perché la scuola dell'obbligo italiana è una scuola che nasce per rispondere ad un principio costituzionale che invita a creare una " Scuola per tutti e a misura di ciascuno " affinché nessun ragazzo venga escluso e a tutti venga data l'opportunità di apprendere. Quindi una scuola  a misura del ragazzo e non il ragazzo a misura dei livelli statistici INVALSI. E' chiarissimo quindi che nell'obbligo scolastico  bisogna favorire la maturazione umana e intellettuale di ogni ragazzo secondo le singole capacità e i personali ritmi di apprendimento Operare diversamante è una vera e propria violenza pedagogica. I genitore dovrebbero intervenire e chiedere di bloccare nella fascia dell'obbligo le prove INVALSI D'altra parte una delle più grandi pedagogiste, che ha studiato a lungo la mente del bambino, Maria Montessori, afferma che nelle nostre scuole i

Nella Scuola la libertà è sempre formativa

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Nelle Scuole i bambini devono avere sempre la libertà di scegliere, di poter sperimentare e di imparare. Non una libertà lassista. L'adulto non rimane inerme a guardare, ma egli deve predisporre uno spazio e un tempo dove è possibile fare esperienza. E tutto questo non si improvvisa, ma richiede una formazione specifica...perché bisogna saper stare nello spazio in cui il bambino lavora, si concentra e sceglie. L'adulto, dice Maria Montessori, deve rinunciare innanzitutto ad essere verbalmente e praticamente il desposta cui il bambino deve obbedire con la pretesa che la mente infantile si formi secondo un piano stabilito a priori . da laura Beltrami - Lorella Boccalini, Il metodo Montessori per tutti BUR RIzzoli

La TORTURA dei compiti a casa alle elementari e medie

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Imperversa la tortura dei compiti a casa nelle elementari e nelle scuole medie. E' terribile. Per fortuna non in tutte le scuole e non in tutte le classi. Molto dipende dal Dirigente, ma anche dalla classe docente. Ci troviamo nella fascia dell'obbligo dove arrivano bambini da varie aree culturali, spesso con famiglie che non sono in grado di sostenere  l'accompagnamento post scolastico. La scuola deve farsi carico del disagio, delle differenze culturali e per quanto è possibile rimuovere gli svantaggi che affligono molta parte della popolazione. Si dirà: compito difficilissimo!  Senz'altro, ma non bisogna far pagare alle classi deboli il prezzo di una difficoltà che richiederebbe la messa in atto di scelte pedagogiche diverse con la presenza di un pedagogista in ogni classe. Ce lo ricordano due grandi italiani, Don Lorenzo Milani e Maria Montessori: L'apprendimento deve avvenire in classe e non a casa, nella collaborazione fra tutti e nel rispetto e

Il coccio azzurro: quando la scuola punta al bene relazionale

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Intervista a Pasquale Lubrano Lavadera autore del libro "il Coccio azzurro" Edizioni L'isola dei ragazzi 1 ) Il libro è tratto da una storia vera: chi è nella realtà il protagonista? può parlarcene? Luca  era l'alunno più difficile della mia scuola negli anni 90, la SMS Capraro di Procida.  Un giorno la Preside Maria Michela Di Costanzo mi convoca in presidenza e mi chiede se sono disposto a lasciare una mia classe per prendere la classe dove c'è Luca. Non mi è facile dire subito di si e prendo qualche giorno per decidere...Penso che   Luca non può essere abbandonato a se stesso, i suoi docenti sono allo stremo e in conflitto con Luca. Decidiamo di fare il cambio all'inizio del nuovo anno. Per cui  me lo trovo tra i banchi della mia nuova seconda media. Luca è in realtà quello che la storia racconta, uno scugnizzo napoletano  venuto col padre e la sorella a vivere sull'isola. Solo i nomi sono diversi, come diversi sono i nomi degli inse

La scuola non può punire assegnando compiti.

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Un laboratorio di studenti in biblioteca In alcune scuole ancora vige l'abitudine antididattica, antipedagogica, mustruosa dal punto di vista educativo, di dare per punizione ai ragazzi molti compiti a casa. Addirittutura lo si fa anche alle elementari. Ridurre i compiti a strumento punitivo  esprime la concezione che la maestra debba punire i comportamenti indisciplimati degli studenti. Lo si facerva quando poco o niente si sapeva della psicologia dell'apprendimento,  che ha avuto un grande sviluppo grazie a Piaget, Rogers, Montessori e tanti altri  in questi ultiumi 50 anni e che ha mostrato i grandi errori fatti dalla scuola del passato, in buona fede senz'altro, ma che oggi non possiamo più ripetere. La scuola non punisce ma promuove la formazione integrale del bambino del ragazzo e del giovane in una dinamica relazionale  dove è previsto l'errore, la valutazione e la correzione. L'errore come diceva Rodari è tappa fondamentale nella crescita dell&