La scuola è in crisi perché troppo democratica? Maria Montessori diceva....

Paola Cortellesi nel ruolo di Maria Montessori nel film omonimo

Susanna Tamaro in un articolo sul "Corriere della Sera" parla della situazione disastrosa delle scuola italiana a causa di un eccesso di democrazia, che ha determinato mancanza di impegno e annacquamento progressivo di ogni processo educativo. Dice che la scuola  non si può limitare a trasmettere nozioni senza un reale processo di educazione, e questo mi sembra sacrosanto e giusto. Anche se a questo punto nasce la domanda quale tipo di educazione?
La Tamaro, a riguardo del processo educativo, afferma che per educare bisogna “pretendere”. Io invece sono convinto che nessun processo educativo possa “pretendere”, sia in famiglia che a scuola, ancor più se ci troviamo in una scuola dell’obbligo.
A parer mio la scuola sprofonda li dove è avviata su binari anti-democratici.
La democrazia, quando è reale e non solo uno slogan, vuole esercitare il potere con gli altri e non su gli altri; vuole che tutti gli studenti acquisiscano basi per un avanzamento culturale, vuole che si sappiano costruire corrette relazioni tra gli esseri umani, che si applichi una comunicazione non violenta, che si costruisca la pace nella giustizia, che si impari ad essere leali ed onesti, che si comprenda il valore dell’impegno e del sacrificio e soprattutto il rispetto di ogni persona.
Direi, piuttosto, che la scuola sprofonda perché, in questo momento storico di crisi mondiale, è venuto meno da più parti una vera coscienza democratica nel paese e di conseguenza anche nelle scuole, dove i ragazzi più svantaggiati restano ai margini di ogni vero processo scolastico didattico ed educativo.
A mio parere prevale invece, in molte scuole italiane – non tutte per fortuna – l’antico e sempre in agguato sistema di dominazione a tutti i livelli, quel sistema piramidale che quasi inevitabilmente sfocia nell’autoritarismo, nella competizione tra le scuole e, dentro la scuola, l'emulazione, il successo, l’apparire anziché l’essere.
 Non ci si fa carico di ogni ragazzo ed è completamente disatteso quel principio democratico che determinò la scelta di una scuola d’obbligo per tutti e a misura di ciascuno e che chiamava in causa la presenza in ogni scuola di una specializzata equipe socio-psico-pedagogica per affiancare tutti i docenti lì dove si verificavano problemi di disadattamento, di instabilità, di malessere diffuso.
Se ci riflettiamo bene è venuto meno quel principio democratico di comunità educante e i docenti sono messi oggi, spesso, sotto torchio dai dirigenti che pretendono prestazioni negli allievi, tali da raggiungere livelli statistici alti, pena il declassamento dell’istituto.
Maria Montessori che noi stimiamo molto per il suo metodo, eliminò il registro e i voti e pose il gioco al centro della vita scolastica. Altro che prove INVALSI! Il ragazzo deve gioire nell'andare a scuola. Nessun apprendimento porta a maturazione la persona se è imposto con sistemi che si basano sulla pretesa.
Un famiglia mia amica fu costretta a scrivere in Provveditorato perché le maestre di seconda elementare “bacchettavano” i genitori, scrivendo in rosso sul quaderno: “La bambina è poco scolarizzata.”
Uno dei miei nipoti in una seconda elementare di una scuola pubblica venne ripreso più volte dalle maestre che lo rimproveravano in questi termini: “Sei lento come una lumaca, sei tardivo come una nespola.” Lo abbiamo tolto dalla scuola pubblica e ci siamo informati se c'era una scuola Montessori in città. Purtroppo no! Abbiamo poi trovato una buona scuola paritaria dove ha trovato un gruppo di docenti che si pendevano cura di ogni ragazzo. Il bambino si è sentito accolto rispettato ed ha continuato a studiare con impegno e gioia superando lo sconforto che lo aveva demotivato. Oggi frequenta la scuola media ed è contento: ogni settimana viene programmata un’ora di pro-socialità dove i ragazzi vengono educati al rispetto reciproco e a fare scelte costruttive socialmente.
Una vera scuola democratica mette al centro la persona e vive per ogni ragazzo, nessuno escluso, sapendo che  nella scuola entrano tutti i problemi della società, tutti, per cui bisogna essere bene attrezzati per bene analizzare ogni situazione e fare scelte mirate. Purtroppo oggi ancora non è così  dappertutto.
Auspico veramente che la democrazia entri nelle scuole  e che la proposta dell’equipe psico-pedagogica in ogni istituto possa presto divenire realtà.



Pasquale Lubrano lavadera 

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