I pericolosi rimproveri nella vita scolastica



Nel processo educativo, diceva  Maria Montessori,  bisogna permettere al bambino libera manifestazione delle sue esigenze, per questo non si può intendere la disciplina come immobilità e silenzio, né il lavoro scolastico può essere  una religiosa ripetizione delle lezioni del maestro.
Strumento importante nella scuola primaria, dice sempre la Montessori, è il gioco, non i giocattoli. Il gioco dà il senso della prosocialità, della reciprocità offre regole chiare e dà gioia.
Logicamente la libertà del bambino deve avere come limite  il benessere di tutta la classe, per cui dobbiamo impedire allo scolaro tutto quanto può nuocere ai compagni e tutto quanto è indecoroso e sgarbato.
Se un bambino, a scuola, crea continuamente disordine e squilibrio nella classe, , dobbiamo dare un autorevole indicazione  per esortarlo decisamente a cambiare atteggiamento, senza che ciò sia castigo.
Il bambino ha necessità di quell'intervento autorevole, perché trovandosi  nel disordine interiore  ha bisogno di una forza a cui attaccarsi,  proprio come colui che ha inciampato ed ha bisogno di sorreggersi a qualcosa per mettersi in piedi.
Ogni altra manifestazione deve essergli non solo permessa, ma deve venire osservata con attenzione dal'insegnante.
La vitalità non va repressa mai, anzi va sempre stimolata perché bisogna rendere piacevole e interessante il lavorare a scuola.
Per capire questi scolari che sono disarmonici, confusi, eccessivamente indisciplinati è necessario far sostare nella classe per un po' di giorni lo psicologo. 
Il fatto che fino ad oggi non sia presente in ogni scuola l'equipe psico-pedagogica è una grave inadempienza.
D'altra parte, con bambini difficili, la scuola sa che non può pretendere qualcosa dalla famiglia, la quale spesso è involontariamente causa di questi disturbi nel bambino. 
Una maestra in seconda elementare scrisse sul quaderno un rimprovero alla bambina perché non era scolarizzata, dimenticando che è compito della scuola scolarizzare. 
Al contrario la scuola si pone accanto alla famiglia con delicatezza sapendo che un buon rapporto scuola famiglia dà serenità e fiducia al bambino.
Le contrapposizioni spesso violente tra docenti e genitori è uno degli aspetti più nocivi nella nostra realtà scolastica

Si potrebbe ipotizzare un incontro quindicinale con le famiglie individualmente, senza parlare del rendimento scolastico, per donarsi le reciproche osservazioni.
Una scuola quindi per tutti e a misura di ciascuno, dove le diversità vanno rispettate e non omologate. 
Se un bambino viene ripreso perché è troppo lento, quel bambino non solo odierà la scuola ma non migliorerà la sua prestazione. 
La stessa cosa per il bambino distratto. La distrazione esprime quasi sempre un disturbo di concentrazione, ugualmente un bambino che ha scarsa volontà ad apprendere.  
Attraverso osservazioni costanti bisognerebbe individuare  che cosa ostacola  la volontà, che cosa determina la scarsa concentrazione etc.
Più l'alunno manifesta difficoltà più grande deve essere la cura e l'attenzione per lui.
La psicologia e la pediatria ci danno oggi contributi essenziali per la conoscenza dei sentimenti e relativi bisogni psico-fisici dei ragazzi nell'età evolutiva. 
Desideriamo che le nostre scuole affrontino questi aspetti e che facciano pressioni di stampo democratico presso le Istituzioni preposte,  per  avere gli strumenti necessari per un radicale cambiamento.
E' questa la "buona scuola" che tutti attendiamo, non altro.

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