UNA SCUOLA CHE EDUCA E NON PUNTA AL MERITO

 

I giovan di "Libera" si interrogano su come migliorare la società

Uno dei fini, ritenuto fondamentale  nel processo educativo di ogni alunno, è lo sviluppo  della capacita di autonomia, affinché  egli  possa essere  libero e responsabile nelle scelte e nello stesso tempo capace   di migliorare la realtà sociale in cui vive, costruendo buone e corrette relazioni con le persone con le quali vive.

Purtroppo la scuola italiana, in generale, non si è posta questo obiettivo. Infatti è difficile sentir parlare nelle scuole di "Bene relazionale". Imparare a costruire questo "bene"  dovrebbe essere la base   di ogni esperienza scolastica.

Puntare al merito è un grande rischio, perché, oltre a chiudere l'alunno in una prospettiva individualistica, che  nuoce a se stesso,  procurerà danni sociali rilevanti nel periodo scolastico con conseguenze negative anche sul futuro.

Non va infatti dimenticato che l'alunno vive  nella scuola la più importante esperienza sociale, dopo la vita familiare, proprio nel momento della sua formazione, per cui se tale esperienza risulterà  non positiva, essa influenzerò negativamente il comportamento sociale dell'alunno non solo negli anni scolastici ma  anche quando uscirà dalla scuola.

Per questo Carl Rogers pose questo fine al primo punto della sua scala di valori.

Un genitore che ama suo figlio e gli sta a cuore il suo benessere individuale e sociale, non chiederà  al docente se ha capito la matematica, la scienza ecc ecc... (questo lo farà dopo) ma chiederà al docente quale programma la scuola ha messo in atto per rendere suo figlio autonomo e responsabile e socialmente aperto e capace di costruire rapporti positivi con gli altri.

Perché una scuola che non opera in questo modo è una scuola retrograda, ammuffita e chiusa al benessere dell'umanità, di conseguenza è una scuola non scuola. 

Pasquale Lubrano Lavadera

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