Da cosa dipende la nostra felicità?
Sentirci parte di una realtà vitale che ci rassicura e acquisire la nostra specifica individualità sono i due elementi fondamentali che determinano la nostra identità.
Entrambe le realtà, per svilupparsi bene, hanno però bisogno di sane relazioni con l'altro. Se tale relazione, nei primi anni di vita, è distorta o confusa e poco rassicurante, si avvia un processo di formazione alterato che determina in noi un'immagine distorta di chi siamo ed anche mancanza di sicurezza. Addirittura, dice Pietro A. Cavaleri, che senza questa sana relazione non potremmo esistere come esseri viventi. Infatti "da questa relazione e dalla sua qualità dipende la nostra maturazione, la nostra salute mentale, in definitiva la nostra felicità o la nostra disperazione. La relazione con l'altro è per la psiche quello che è l'ossigeno per il corpo; è l'indispensabile "alimento" di cui si nutre la nostra vita mentale. Da essa possiamo trarre il sostegno quotidiano per la nostra crescita personale; ma in essa, al contempo, possiamo sperimentare con sommo dolore elementi di "tossiticità" che "inquinano" in modo significativo la nostra mente."1
1-Pietro A. Cavaleri, Vivere con l'altro, Città Nuova editore 2007
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