La scuola che giudica distrugge l’autostima del bambino




L’idea che i bambini facciano  cose sbagliate, che siano capricciosi, disturbatori, oppositori, distratti, incapaci, opportunisti, provocatori è un falso pedagogico duro a morire nelle nostre scuole e anche nelle famiglie.
Molti genitori vanno dagli insegnanti e spesso sentono queste frasi prive di senso: “Suo figlio potrebbe fare di più, suo figlio non si concentra, suo figlio è molto distratto, suo figlio non si applica, suo figlio non ascolta.”
Tutti giudizi negativi nei confronti dei bambini che andrebbero decisamente eliminati dal linguaggio scolastico, perché come diceva la Montessori “Nel bambino non si tratta di correggere,  ma di far nascere”.
Infatti compito della scuola è proprio quello di sviluppare le capacità , promuovere interesse, ascolto, attenzione, concentrazione ecc.
Quei giudizi sono senza senso  e assurdi perché nascono dall’idea  che i bambini possiedono già la capacità di fare, di ascoltare, di essere concentrati, di essere attenti, di essere applicati.
Invece  è la scuola che piano piano deve sviluppare e promuovere nel bambino queste capacità.
Colui che usa questo linguaggio con i bambini è fuori strada, forse senza saperlo, per cui è opportuno che qualcuno lo faccia riflettere.
I bambini vanno sostenuti senza invadenza o oppressione e con un continuo sostegno indiretto.
La pedagogia correttiva  presente ancora oggi in molte scuole  e in molte famiglie come afferma Daniele Novara “ha conseguenze devastanti per il potenziale di crescita infantile”.
Il bambino apprende nella libertà e gli errori sono fondamentali. Intervenire nel processo di apprendimento e dire è giusto o è sbagliato, questo lo devi fare, questo non lo devi fare è depotenziare la capacità di apprendimento, crea  insicurezza e  mina l’autostima.
Lo afferma Grazia Honegger Fresco: “Non occorre che l’adulto metta costantemente in evidenza gli sbagli del bambino e li corregga. Anzi l’atteggiamento giudicante è un attacco alle capacità maieutiche dell’essere umano, all’ autostima del bambino.”

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