La scuola non deve umiliare gli studenti

I nostri giovani hanno un intimo desiderio di volare. Sta a noi  insegnanti
aiutarli a innalzarsi da terra e spaziare nell'infinito
"Da insegnante, ogni volta che entro in classe, ho l'enorme potere di rendere uno studente triste o goioso, Posso essere uno strumento di tortura o di ispirazione. Posso umiliare, divertire, ferire o guarire." (Your Edu Action) . 

Straordinaria frase che dice l'importanza della scuola e della professione di insegnante. 

Ci dobbiamo però chiedere quale è nostra professione: trasmettere sapere, conoscenze, istruzioni? 

Sì, certamente, ma  sapendo che per tramettere tutto questo occorre che si realizzi una connessione empatica, come in tutte le relazioni positive e costruttive, tra il docente e l'allievo. 

Senza questa connessione il professore parla ai muri e i ragazzi rifiutano intimamente la lezione. 

Il legislatore questo non l'ha, purtroppo, capito ancora. 

Il bene relazionale non si inventa. è una realtà da acquisire.

Senza di esso la scuola è un fantasma che lavora sul nulla.

E' come voler eseguire un esperimento elettrico senza la corrente.

Pochissime scuole oggi pongono alla base del proprio progetto "l'educazione al bene relazionale". 

Le conseguenze sono gravissime, perché senza di essa non ci resta che constatare, in moltre istituzioni scolastiche, o perniciosa permissività, o  rifiuto violento.

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