PERCHE' LA SCUOLA SPESSO DIVENTA UN PROBLEMA?

 NON SOTTOVALUTIAMO L'ESPERIENZA DELLA SCUOLA


Molti genitori già da questi primi giorni di Scuola dell'obbligo (da 6 fino a 16 anni) sono angosciati perché LA SCUOLA È DIVENTATA per molte famiglie UN PROBLEMA, NON PIU UNA RISORSA.

Devono, infatti, prendersi cura del destino scolastico dei loro figli che spesso sono in difficoltà di fronte a richieste di impegno superiore alle proprie capacità intellettive. E i genitori si sentono persi quando non possono aiutare i propri figli.

Di qui un crescente disagio nelle famiglie e una sofferenza mentale negli studenti di oggi e il relativo abbandono dell’esperienza scuola, virtuale o reale.

Questo accade perché spesso molti dirigenti non tengono in alcun conto il dettato costituzionale e lasciano correre e trasformano la Scuola in una sordida gara per i più bravi.

Ricordiamo che la Scuola dell'obbligo si prende cura di tutti e soprattutto dei più in difficolta e questo sempre, da sei a sedici anni ossia dalla prima elementare alla seconda superiore.

La Scuola dell'obbligo non punta al merito, perché i ragazzi sono diversi e le intelligenze sono diverse e i talenti sono diversi. Nessuna comparazione tra gli alunni.

La Scuola dell'obbligo non rovescia sui nostri figli cumuli e cumuli di conoscenze, senza tener conto del "prendersi cura", senza tener conto dei talenti e capacità, delle attitudini, dei diversi ritmi di apprendimento, delle fragilità psicologiche.

Tranne preziose eccezioni nelle elementari e in alcune classi medie, in molte scuole italiane non si tiene assolutamente conto di tutto questo, e finanche nel primo anno delle superiori,  dove statisticamente ancora si usa il vecchio metodo della scrematura, quando non era ancora stata introdotta la scuola dell'obbligo e si puntava solo ed esclusivamente al merito, fioccano le bocciature.

Non si tiene conto che a 14-15 anni, quando il ragazzo entra nelle Superiori,  vive uno dei momenti più delicati della sua vita e la Scuola come la famiglia deve accompagnarlo con delicatezza dando stima e fiducia, e fargli capire con delicatezza quello che lui può realmente fare.

Il sistema strutturale  dei primi due anni delle Superiori dovrà pertanto essere modificato, come sta già avvenendo in alcuni licei italiani.

Oggi la Scuola superiore, nei primi due anni punisce quei ragazzi che non hanno volontà e non esercitano il relativo impegno, dimenticando completamente che volontà e impegno sono capacità che si sviluppano al pari delle altre e che spesso, per tali capcità, non sono sufficienti i tre anni delle medie.

Ci domandiamo allora: come mai la Scuola dell'obbligo ha dimenticato che deve prendersi cura di ogni ragazzo ed aiutarlo a sviluppare le proprie capacità, senza pretendere quello che l'alunno non può dare?

Quello che avviene nelle prime classi delle Superiori in Italia e una vera e propria scrematura razzista e perversa. Infatti se guardiamo le statistiche, al primo superiore c’è il più alto numero di bocciati e di abbandoni scolastici, con conseguenze spesso drammatiche.

Una vera e propria offesa al principio costituzionale che chiede invece alla Scuola dell'obbligo di rimuovere gli ostacoli che impediscono a tanti ragazzi un regolare processo di apprendimento.

L’ingresso nelle superiori – non va mai dimenticato - è il passaggio evolutivo più delicato che chiederebbe invece la maggiore attenzione da parte della scuola.

Se egli non trova una Scuola che lo accoglie e che gli si mette accanto dandogli fiducia e stima, il suo futuro potrebbe essere compromesso per sempre. E le ferite in quegli anni lasciano segni durevoli, difficili da rimuovere.

Pertanto è necessario che le famiglie tengano aperto il discorso scuola, affrontarlo continuamente, intervenire nei consigli di classe, perché dopo la famiglia è la scuola che determina in tutti i sensi la vita delle nuove generazioni.

Pasquale Lubrano Lavadera

 

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