Una scuola che non mette al primo posto il bene relazionale è fuori strada

Si lavora in una scuola di Palermo sull'integrazione 

La scuola deve essere guidata dal criterio dello sviluppo integrale dell'alunno, armonico, non subordinato a criteri utilitaristici. Gli orientamenti dell'UNESCO parlano chiaro: i pilastri della scuola devono riguardare lo sviluppo non solo delle dimensioni cognitive e operative, ma anche di  quelle  relazionali, culturali, di cittadinanza attiva. La qualcosa è quasi del tutto assente nella maggior parte delle scuole italiane. Questo significa che gli alunni vivono un'esperienza sociale monca, asfittica, deludente in un clima competitivo e meritocratico che crea disuguaglianza e conflitto.
Le famiglie dovrebbero capire che non è il comulo di nozioni a rendere maturi i loro figli,  ma lo svilippo del bene relazionale, ossia di quella capacità di sapersi relazionare nel contesto sociale della classe, dove collaborazione solidarietà condivisione ricerca comune, armonia, rispetto reciproco, norme condivise  creano la piattaforma di base  per bene apprendere i contenuti di ogni singola disciplina.
Se la scuola non opererà questo necessario cambiamento,  la società di domani sarà priva di cittadini capaci di incidere positivamente nello sviluppo democratico della propria nazione.

Commenti

Post popolari in questo blog

IL BAMBINO AL CENTRO DI OGNI PROCESSO EDUCATIVO - IL METODO MONTESSORI OGGI

OCCORRE UNA TRASFORMAZIONE NEL BIENNIO DELLE SUPERIORI

Mazze e panelli fanno i figli bruti