I VOTI NELLA SCUOLA DELL'OBBLIGO POSSONO CREARE GRAVI DANNI
Nella
provincia di Padova una professoressa è
stata aggredita da una mamma per la media del 4 data a suo figlio in prima
media e che pertanto rischia la bocciatura.
Penso
che sia stato un errore riportare i voti nella scuola dell’obbligo che
è scuola per tutti e a misura di ciascuno.
I
voti sono iniqui perché raramente permettono di tener conto del fatto che gli
studenti partono da livelli molto diversi.
Chi
comincia in posizione di svantaggio rispetto ad altri finisce sempre per ottenere
voti bassi e il voto basso segna il tuo destino dal punto di vista sociale,
così come una bocciatura.
Non
va dimenticato che la scuola deve sviluppare capacità, e lo deve fare in un età
in evoluzione, un età complessa e non facile allorquando l’io del ragazzo è
ancora non ben definito ma si sta formando.
Un
preside chiamato da un consiglio di classe che si trovava in difficoltà per la
valutazione di un ragazzo che “non aveva voluto far niente “ pose ai docenti la
seguente osservazione : “La volontà è un obiettivo da raggiungere, così come la
responsabilità, la partecipazione, l’osservazione, l’analisi ecc. Cosa ha fatto
il consiglio di classe , dopo aver constatato che in questo ragazzo mancava la
volontà, per sviluppare tale capacità? Quale processo individuale è stato messo
in atto perché il ragazzo potesse rimuovere quegli ostacoli che gli impedivano
di esercitare responsabilmente la volontà?
Si
dirà che in una classe di 25 ragazzi è impossibile seguire metodi
personalizzati. E questo è vero ma questo è frutto di un sistema
scolastico discriminate che pretende da
tutti i ragazzi il possesso anche minimo
di determinate capacità.
Un
insegnante di seconda elementare con una
penna rossa, in bell’evidenza sul quaderno, puniva la bambina dicendo ai
genitori che la figlia non era stata opportunamente scolarizzata.
Oggi,
un ragazzo che ha un lento ritmo di apprendimento verrà discriminato, come pure
un ragazzo che è distratto, come pure un ragazzo troppo emotivo o ipercinetico,
come pure un ragazzo che non ha capacità di osservazione.
Di
conseguenza questi ragazzi non potrebbero frequentare la scuola media italiana
perché la scuola italiana non prevede la
possibilità di percorsi diversi all’interno delle classi.
La
scuola italiana quasi pretende le capacità e certi requisiti negli studenti. Pretesa assurda perché è la scuola che deve
sviluppare le capacità in chi non le possiede?
I
voti pretendono di fare giustizia: “ Io non regalo voti a nessuna “ ha
commentato la professoressa aggredita, pensando che la giustizia si realizza
con i voti.
I
voti sono uno strumento ingiusto in un processo di formazione e di
istruzione che si realizza nell’età evolutiva; uno strumento discriminante
svilisce tale processo.
Si
comprende chiaramente che la psicologia dell’apprendimento è la grande sconosciuta
nelle nostre scuole.
Anziché
i voto il docente dovrebbe formulare per ogni ragazzo una relazione in cui
descrive ciò che lo studente ha imparato a fare e che non sapeva fare prima.
Piena
solidarietà alla docente aggredita, ma
nessuna solidarietà ad una scuola che pensa
che i ragazzi debbano raggiungere tutti certi livelli e che li
classifica con i voti, trascurando le
condizioni di partenza diverse, i ritmi di apprendimento diversi, le condizioni
ambientali diverse, le complessità psicologiche diverse, i traumi infantili non
risolti, le condizioni familiari diverse.
Pasquale
Lubrano lavadera
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