SCUOLA SECONDARIA ITALIANA AL BIVIO


La Scuola secondaria italiana sta vivendo un momento  non facile. Si parla di un "emergenza scuola" per gli istituti superiori, con una crescita esponenziale dei "non ammessi alla classe successiva" per gli abbandoni e per le numerose assenze.

Varie le cause. Fra queste sicuramente il dato realistico di un sistema  scolastico pressoché immutato rispetto a quello varato agli inizi del novecento  quando la società era profondamente  diversa e i giovani di ieri  molto diversi da quelli di oggi.

Inoltre erano anni in cui le ricerche pedagogiche e psicologiche sulla mente umana  muovevano i primi passi, nonostante la Montessori avesse già indicato la necessita di modificare l'assetto della scuola dell'infanzia e delle primarie. 

Solo con  Carl Rogers  si iniziava a comprendere qualcosa di più sulla struttura mentale di ogni individuo e del valore grande che poteva avere  nello sviluppo intellettivo e nella comprensione cognitiva la dimensione empatica della relazione, e  la necessita di una comunicazione tra docente e alunno  non violenta per un rapporto educativo di collaborazione, di condivisione e di ricerca comune.  

Poi negli anni 80, un ulteriore passo avanti fu dato da parte dell'equipe scientifica che aveva lavorato con  Howard Gardner sull'intelligenza umana, individuando non più solo due tipi di intelligenza (linguistica e logico matematica) ma molte altre. 

Dato significativo ma ancora sottovalutato soprattutto nelle scuole secondarie.  Per cui, sostanzialmente, gli istituti secondari di secondo grado  non sono ancora riusciti a rimodellare il sistema attualmente in vigore. 

E questo anche perché il sistema sociale, nella sua vasta e complessa articolazione, in genere è poco attento ai problemi educativi.

Si presta attenzione all'intelligenza artificiale e non si cerca di approfondire il discorso emerso  sulle intelligenze multiple dell'essere umano, che poggia  su due i principi basilari:

NON TUTTI GLI ESSERI UMANI HANNO GLI STESSI INTERESSI E LE STESSE ATTITUDINI; NON IMPARIAMO TUTTI ALLO STESSO MODO.

NESSUNO PUO' PRETENDERE  DI IMPARARE TUTTO QUELLO CHE  SI PUO IMPARARE.

Da qui la visione di una scuola dove il compito primario del docente non sarà più quello di imbottire la mente di vari contenuti, ma piuttosto quello di comprendere  le attitudini e gli interessi dei singoli alunni tenendo conto che le intelligenze sono diverse  e che ogni alunno apprende in maniera diversa dall'altro.

Si parla infatti di: 

1- Intelligenza linguistica;

2- Intelligenza logico-matiematica (collegata con l'attitudine scientifica);

3- Intelligenza spaziale (la capacita di formarsi un modello mentale di un mondo spaziale e di manovrare e operare utilizzando tale modello . marinai, ingegneri, scultori, pittori...);

4- Intelligenza musicale;

5- Intelligenza cinestico-corporeo (la capacità  di risolvere problemi e di foggiare prodotti utilizzando il proprio corpo: ballerini atleti, chirurghi artigiani...);

6- Intelligenza interpersonale (la capacità di comprendere le altre persone, cosa le motiva come funzionanao e  e come fare per collaborare con loro: commercianti, politici, insegnanti, clinici, leader religiosi...);

7- Intelligenza intrapersonale (la capacità di crearsi un modello accurato e veridico di se stessi e di usarlo per agire efficacemente nella vita).

In questa nuova realtà, la scuola dell'obbligo è stata quella che ha mostrato più attenzione  a queste diversità degli alunni ed ha cercato di raccogliere la proposta costituzionale di una scuola diversa   per tutti e a misura di ciascuno. 

La scuola secondaria invece  si  è mostrata più refrattaria ed ha  opposto al suo interno spesso anche resistenze ad un eventuale cambiamento, negado, in sostanza,  che il fine della scuola secondaria   debba essere quello di sviluppare le intelligenze e di aiutare le persone a raggiungere obiettivi   lavorativi e ricreativi adatti al particolare spettro delle loro intelligenze. 

La didattica che viene praticata è quella di sempre: un offerta formativa che si esplica in certi contenuti, la somministrazione di questi contenuti agli studenti, e la richiesta  di risposte  da parte degli studenti.

Di fatto, anche se non lo si afferma, non si accetta  una scuola centrata sull'individuo, una scuola orientata  alla comprensione e allo sviluppo del profilo intellettivo di ogni alunno, con risultati anche molto diversi da alunno a alunno

Ed è  chiaro che una scuola siffatta continua a proporre un modello scolastico che prescinde dalle diversità delle intelligenze degli alunni e non intende adeguarsi ai risultati più avanzati raggiunti sulla conoscenza della mente umana.

La conseguenza dannosa si ripercuote negativamente soprattutto nella vita degli studenti e sull'intero sistema scolastico che oggi assiste impotente alla sofferenza mentale di tanti alunni, all conseguente abbandono scolastico e alle assenze sempre più numerose.  

Auspichiamo pertanto a tutti i livelli, istituzionali e non,  un'attenta riflessione su questo aspetto  affinché ogni scuola secondaria di secondo grado  metta l'alunno al centro del suo progetto, e si ponga con attenzione accanto  a lui per comprendere le sue capacità intellettive  e individuare il singolare percorso da intraprendere.

Pasquale Lubrano Lavadera 

Howard Gardner  Educazione e sviluppo della mente. Ericson 2005

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