l'INVITO DI CHIARA LUBICH PER L'UNITA' E LA PACE NEL MONDO
Chiara Lubich (1920-2008) a Roma nel 2004 alla seconda giornata dell'interdipendenza |
1943: infuria la guerra,
e la giovanissima Chiara Lubich, di fede cattolica, maestra nelle valli
trentine, a soli 23 anni, sente che la
sua fede la spinge ad amare di più l’umanità sola e abbandonata in quel
frangente devastante.
Alcune compagne la seguono e una comunità si forma, quasi naturalmente intorno a loro, per soccorrere chi è in difficoltà: sono i
prodromi del nascente Movimento dei Focolari.
Il Vangelo
riscoperto nella sua forza rivoluzionaria per realizzare nel mondo la
fraternità universale diventa la loro guida.
L’esperienza varca i
confini italiani e si diffonde in Europa e nei continenti e coinvolge persone
di orientamento religioso diverso e tra persone di buona volontà senza riferimento
religioso.
Negli anni 60 il movimento oltrepassa i confini dell’est
europeo e gruppi di medici si portano nei paesi comunisti per soccorrere tanti cittadini che soffrono per la carenza
sanitaria in atto.
Nel 68 Chiara Lubich
sente di dover parlare alle nuove generazioni e lancia nel mondo giovanile l’Operazione Africa,
per soccorrere una popolazione del Camerun che si stava estinguendo per una
grave malattia.
Si lavora con impegno
forte e generoso nei 5 continenti, e
grazie a tale impegno nascono nel Camerun ospedali, strade, aziende, scuole,
centrali elettriche…una nuova città, che
diventa un faro per la sanita di molti territori africani.
Rivolge poi il suo
sguardo al mondo delle favelas americane e ai sobborghi degradati delle
Filippine con azioni mirate, per offrire dignità e case a quelle popolazioni.
Chiede udienze ai capi
delle nazioni, parla all’ONU sulla
necessita di costruire la pace ovunque, e successivamente all’intera Comunità Europea
a Strasburgo, sui diritti umani.
Apre la sua Opera al
dialogo con musulmani, indù, ebrei e di altre religioni e cerca un dialogo
profondo anche con gli uomini di convinzione non religiose,
mettendo al bando ogni tipo di proselitismo e proponendo a tutti di lavorare
insieme sui valori condivisi, per promuovere brani di fraternità attraverso
azioni sociali umanitarie.
Lancia dal Brasile, di
fronte al crescente e scandaloso divario fra ricchi e poveri, l’esperienza dell’economia di comunione per
soccorrere i bisogni dei più poveri.
Sgomenta e addolorata di
fronte ad una politica che langue nella contrapposizione e nel conflitto
perenne, promuove il “Movimento politico per l’unità” per sollecitare la collaborazione fra maggioranza
e minoranza e per una più efficace risposta ai bisogni dei cittadini.
Migliaia di uomini e
donne di ogni nazionalità accolgono le
sue proposte, facendole proprie, e si adoperano in varie esperienze, nelle
scuole, negli ospedali, nei comuni, nelle fabbriche, costruendo veri e propri laboratori sociali di
unità e di pace.
Negli anni 70 fonda
l’AMU, associazione per un mondo unito, che diventa il braccio operativo della
sua Opera, proprio per portare soccorso e aiuti nei posti “più caldi e
sofferenti” del pianeta, distrutti spesso dalla fame, dalla povertà e dalla guerra.
Centinaia e centinaia i cantieri
aperti dall’ AMU in questi anni, tra i quali quello della ricostruzione della
Siria, fra le nazioni più colpite dalla guerra e oggi anche dal grave
terremoto.
Molte Università
internazionali riconoscono, nell’azione di respiro universale promossa da
Chiara Lubich, una grande valenza culturale
in vari campi, conferendole
pertanto molte lauree honoris causa.
Forte in lei fino
all’ultimo girono della sua vita quella preghiera di Gesù rivolta al Padre “Che
tutti gli uomini siano una cosa sola”.
Per questa parola ha speso
senza tregua, tutte le sue energie, con la speranza di porre nel cuore dell’uomo di ieri e di oggi la
profonda consapevolezza che siamo tutti fratelli, chiamati ad amarci reciprocamente.
L’ultimo suo appello,
lanciato in un convegno con persone di convinzioni non religiose nel 2007, esprime il suo
accorato desiderio di vederci tutti insieme
lavorare “con vigore”, per diradare la nebbia della povertà che avvolge
più che mai oggi l’intera umanità
In questo 2023, a 15 anni
dalla sua scomparsa, in un mondo
sconvolto da numerose guerre che seminano morti e distruzione, la sua Opera
oggi continua senza tregua grazie all’impegno di quegli uomini e donne di buona
volontà che hanno accolto il suo invito a lavorare in ogni attimo della vita
per l’unità e la pace fra tutti i popoli.
Pasquale Lubrano Lavadera
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