In quale aspetto la Scuola di oggi è molto carente?
A questa domanda ogni genitore potrebbe rispondere dicendo che tutti gli alunni devono essere accolti e compresi, nessuno escluso. Infatti si soffre molto quando ci si accorge che non è così .
2 - Una scuola che soddisfi
i bisogni vitali degli studenti.
Cosa si aspettano gli
studenti dalla Scuola? Ordini, comandi, regolamenti, conoscenze, autonomia,
autenticità, creatività, comprensione, empatia fiducia, riconoscimento, sicurezza
emotiva, ordine, pace, bellezza?
Le esigenze degli alunni
possono essere tante, ma certamente l'alunno ogni alunno, coscientemente
o meno, cerca l'affermazione di se stesso, affermazione che passa
inevitabilmente attraverso i sentimenti e i bisogni vitali e il soddisfacimento
di tali bisogni.
Da questo punto di vista
bisogna dire che la Scuola è molto carente, e molto spesso non soddisfa quanto
sta a cuore ai ragazzi o ai giovani, e questo perchè proveniamo tutti da
secoli di educazione in cui la scuola è stata asservita al Potere
economico e politico, esercitato in un sistema piramidale dove c'è chi
comanda e chi esegue, e questo a vari livelli.
Come afferma Marshall B.
Rosenberg nel suo libro Educazione che arricchisce la vita,[i] tutti
i processi educativi nel mondo, chi più chi meno, hanno avuto per secoli come
obiettivo principale l'obbedienza all'autorità.[ii] Egli
chiama questo modello educativo il "Modello Dominazione".
A noi tutti, penso, stia
a cuore un obiettivo molto più vasto e rispondente alle intime esigenze di
ognuno, ossia un educazione che soddisfi i bisogni vitali
di ogni individuo e che rende più ricca la vita nostra e dei nostri
simili.
Una scuola, quindi,
non a servizio del potere o di una gerarchia, ma a servizio del
bambino, del ragazzo, del giovane attraverso un "processo
educativo vitale" che arricchisca la vita di tutti, e
non un processo educativo basato sul "Modello
Dominazione".
Nei processi educativi
vitali chi ha responsabilità non esercita l'autorità ma
responsabilità e servizio. Ossia le regole, le leggi i regolamenti
vengono offerti a tutti come occasioni opportune e necessarie per raggiungere
il fine, mai imposti. Gli alunni devono essere liberi di sceglierli e
applicarli volontariamente.
Le relazioni tra le
persone che attuano un "processo educativo vitale" sono relazioni
aperte, ossia non giudicanti e le persone rispettano l'altro, i sentimenti
dell'altro, i bisogni altrui,… ossia sono relazioni di reciprocità,
dove ciascuno dona e riceve senza coercizione o sensi di colpa e senza la paura
della punizione.
In genere nel
"modello Dominazione" ci sono alcuni obiettivi molto ben definiti:
bisogna obbedire all'autorità, bisogna ottenere dal ragazzo quello che si
vuole, bisogna sempre in ogni circostanza individuare chi ha ragione e chi ha
torto.
Anche gli strumenti da applicare
per ottenere questi obiettivi sono bene chiari: punizioni, premi, creare senso
di colpa, creare un senso di vergogna per quello che non si è fatto, chiarire
bene ciò a cui siamo obbligati, evidenziare molto il senso del
dovere.
I metodi basilari per le
valutazioni finali sono ben noti: voti, scala di giudizi sintetici, giudizi
moralistici (un giudizio è moralistico, quando affermiamo che c'è qualcosa che
non va nell'alunno: non studia, non collabora, non risponde alle richieste
dell'insegnante, ha carenze nell'apprendimento, si comporta in maniera
indisciplinata, è emotivamente instabile, è svantaggiato, manca di attenzione,
ecc ecc.)
Analogamente per un
"processo educativo vitale" ci sono obiettivi, strumenti
e criteri di valutazione.
Gli obiettivi: tutti
possono aver ragione o torto per cui non si fanno distinzioni e
comparazioni, si ascolta il punto di vista di tutti, si cerca di
costruire il bene relazione, ossia star bene con se stessi e con gli altri, si
individuano i bisogni vitali di ciascuno e si lavora perché essi siano
soddisfatti (per esempio il bisogno di stima il bisogno di essere
ascoltati, il bisogno di fiducia…), inoltre si cerca di far sperimentare gioia
e gratificazione agli alunni.
Quali strumenti metto in
atto per motivare gli studenti in questo tipo di processo educatico?
Aiutare ogni alunno a contribuire alla felicità dei compagni, quindi far sì che
la collaborazione sia constante e reciproca (Don Milani chiedeva sempre a chi
aveva compreso un argomento di mettersi accanto al compagno che non era ancora
riuscito a comprenderlo), sperimentare la gioia di ricevere in dono qualcosa,
far si che ogni alunno scopra il proprio talento e lo utilizzi per sé e per i
compagni ossia la diversità dei compiti nella realizzazione di un progetto
I criteri di valutazione
saranno criteri di valore e non criteri moralistici, ossia nessun
giudizio sui comportamenti o sulle prestazioni, ma solo giudizi di valore ossia
quei giudizi che esprimano il soddisfacimento o meno dei bisogni vitalie: il bisogno
di creatività è stato soddisfatto; il bisogno di fiducia non ancora
è stato pienamente soddisfatto, l'alunno ha raggiunto la piena sicurezza
emotiva, il bisogno di ordine è ancora nebuloso, è capace di ricevere e dare
affetto….Inoltre evidenziare che cosa potrebbe rendere la vita del ragazzo o
del giovani più bella e cosa l'allievo potrebbe ancora fare per
aiutare gli altri ad essere più contenti.
Il modello della Scuola
di Barbiana intendeva proprio realizzare questo secondo modello
nella vita della scuola dove ognuno potesse realizzare se stesso ed aiutare
anche l'altro a realizzarsi: I care, il docente si prende cura
di realizzare i bisogni vitali dei ragazzi, arricchire la loro vita affinché
possano essere domani cittadini consapevoli della loro funzione sociale
Un sperienza personale
vissuta in alcune classi elementari.
Dopo aver incontrato la
classe ed essermi presentato ho chiesto ai ragazzi se erano contenti
della scuola e cosa li rendeva felici e cosa no… I litigi le incomprensioni la
non collaborazione erano gli elementi negativi che disturbavano il processo di
apprendimento.
Ho proposto a loro un
gioco da fare ogni mattina entrando in classe per raggiungere quegli
obiettivi vitali che loro stessi avevano evidenziato
Ho presentato loro il
dado della pace, ossia un dado dove su ogni faccia c'è una proposta concreta.
1- Amare tutti ( ossia essere disponibili e attenti verso tutti); 2 Amare per
primo, (ossia prendere l'iniziativa nell'aiutare il compagno in difficoltà); 3
Amare l'altro, (se mi accorgo che un compagno ha bisogno di qualcosa cerco di
soddisfare la sua esigenza); 4 Ascoltare l'altro ( mi sforzo di far silenzio ed
ascoltare affinché l'altro possa esprimersi pienamente); 5 Perdonare l'atro (
necessario ogni qualvolta nasce una piccola o grande conflittualità); 6 Ci
amiamo a vicenda (ossia creiamo un clima dove sono fondamentali sono i rapporti
di reciprocità.)
Ogni giorno si lancia il
dado e ci si impegna a vivere l'obiettivo indicatoci dal dado.
Logicamente la proposta
può estendersi liberamente durante la giornata da vivere anche momenti non
scolastici, in famiglia e con gli amici. Il giorno dopo ci si racconta quanto
si è vissuto.
In tal modo si pongono le
premesse per un clima di benessere collettivo che aiuta molto l'apprendimento e
dà piena soddisfazione al bisogno fondamentale di ogni alunno, ossia quello di
vivere rapporti di classe dove sia attuata la collaborazione vicendevole, la
comunione di idee e esperienze, la ricerca comune nel processo di
conoscenza, per fare così della classe una prima e fondamentale cellula di una
società che ha posto alla base il benessere fisico e interiore di
ogni alunno o alunna.
Pasquale Lubrano Lavadera
[i] M.
B. Rosemberg, Educazione che arricchisce la vita, Edizioni Esserci, 2005
[ii] M.
B. Rosemberg, Educazione che arricchisce la vita, Edizioni Esserci, 2005, p. 21
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