Massimiliano Varrese: Condividere e collaborare valori da riscoprire
Massimiliano intervistato a TV 2000 |
Massimiliano Varrese, attore
scrittore cantante. ballerino e artista marziale, classe 1976, da “artista di
strada” a Carramba Boys, primo ruolo di protagonista in Fuoco su di me (2005),
grande successo e Premio Gassman per il musical Tre metri sopra il cielo,
autore del romanzo autobiografico L’estate è già finita, protagonista del
musical su San Francesco L’amore quello vero ed oggi attore e regista del
docufilm Mi-Ka-El. Ha ricevuto la Medaglia
Beato Angelico (riconoscimento universale per tutte le arti e gli artisti nato
dall’intuizione di Papa Giovanni Paolo II), ed è stato insignito anche del
Premio Norman Academy USA per le qualità morali, civili ed etico religiose con
cui si distingue nel panorama internazionale.
Stai vivendo un momento
importante della tua carriera artistica che ti vede docente dell’Istituto Armando Curcio e
dell’Acting Academy di Claudia Gerini.
Ma anche nella vita personale: una serena esperienza di coppia con la giovane
attrice Valentina Melis che ti ha dato una bimba e questo ha cambiato la tua
vita
Ho sempre pensato che l'uomo
fosse un miracolo, capace di rigenerare se stesso da se stesso ed è per questo
che siamo nati per comprenderne il significato. Il miracolo non è nell'accadere
dell'evento stesso, il miracolo è nell'esserne i coprotagonisti, i co-creatori.
Il miracolo è Amore e Condivisione. Il Miracolo è vedere Dio nella persona che
ami e che genera la nuova Vita. Siamo orgogliosi e impazziti di gioia nel
condividere questa straordinaria esperienza di maternità e paternità!
Sappiamo che tu e Valentina siete incamminati in un percorso che vi
porterà al matrimonio.
Aver incontrato Valentina è stato
il dono più grande che abbia avuto. Ogni cosa ha preso senso. Sì abbiamo
sentito forte questa spinta, anche grazie all’incontro con Padre Renzo
Lavatori che ho conosciuto mentre giravo
il mio ultimo film Mi-Ka-El. E’ nato con
lui un rapporto intenso di amicizia vera e con lui ci stiamo preparando a
celebrare il nostro matrimonio.
Parlaci un po’ di questo nuovo
film…
Più che un film è un docufilm su
un personaggio del mondo religioso: l’Arcangelo Michele. Un personaggio la cui
devozione è molto diffusa nel mondo. Io sapevo già qualcosa di lui. Infatti
quando mi preparavo a interpretare
Francesco nel musical L’Amore quello
vero, per documentarmi ho letto molte
biografie del Santo di Assisi. E proprio
leggendo questi testi sono venuto a conoscenza del fatto che Francesco aveva un
rapporto privilegiato con l’Arcangelo Michele, soprattutto nei momenti
difficili. Incuriosito mi sono accorto poi che molte personalità della
cultura avevano dedicato attenzione al
culto micaelico e che addirittura si parla di una linea micaelica in Europa,
ossia di una linea immaginaria che unisce luoghi in cui il culto per
l’Arcangelo è più sentito. Inaspettatamente sono stato chiamato dalla PHILMS
Produzione Video di Perugia a interpretare il protagonista di questo docufilm di cui firmo la regia insieme a
Filippo Fagioli…
Dopo Francesco, Mi-Ka-El… una
pura coincidenza?
Non la chiamerei coincidenza,
piuttosto la chiamerei sincronia. Anche perché
la proposta di questo film è arrivato proprio nel momeeto in cui mi
ponevo certe domande fondamentali. Diciamo che i due personaggi sono
strettamente collegati tra loro nel mio percorso spirituale ed hanno cambiato
completamente la mia vita di uomo. Come se averli conosciuti e “interpretati”
avesse dato modo a loro di prendermi da dentro e portarmi verso le risposte di
cui avevo bisogno o forse verso il compito che ho sempre sentito di
avere...
Quale è il tuo ruolo nel
docufilm?
Quello di un giornalista piuttosto scettico che deve
intervistare, per la realizzazione di un
documentario sull’Arcangelo Michele, vari personaggi importanti che hanno dato
attenzione a questa figura. Tra questi c’è la scrittrice Grazia Francescato, il giornalista Enrico
Baccarini, Padre Sergio lavatori che è uno dei maggiori esperti vaticanisti
sugli Angeli e tanti altri. Interpreto quindi questo giornalista che attraverso questi incontri si avvicina a una
realtà sconosciuta e si incuriosisce sempre più fino al punto che ne rimane
intimamente coinvolto.
Significativo l’incontro con
Grazia Francescato?
L’incontro con Grazia Francescato
è stato uno di quelli che ti cambiano la prospettiva culturale e personale
verso la dimensione religiosa. Il suo libro In viaggio con l’Arcangelo a cui
liberamente si ispira il docufilm è un
libro un po’ speciale: originale, nuovo, coinvolgente che ti porta a guardare
oltre la realtà…C’è un mondo che è invisibile agli occhi ma che parla
all’anima.
Pensi che il pubblico possa
essere interessato a un docufilm su un tema così tipicamente religioso?
Capisco che non c’è la cultura
del documentario, anche se ultimamente si stanno producendo molti documentari
a un buon livello artistico. In realtà
manca ancora per i docufilms una vera e propria rete di distribuzione, tranne
casi particolari. Per questo la casa di produzione PHILMS, dopo alcune “prime”
nelle grosse città, si affiderà ad
associazioni culturali che sul territorio nazionale hanno interesse per questo
genere di proiezioni ed anche a quei cittadini che, interessati, potranno
organizzare una serata in una sala cinematografica o in una sala privata.
Oltre che nei cinema, probabilmente lo vedremo sul web e sui canali
satellitari e poi chissà, dove vorrà Lui.
A livello professionale cosa ti
ha lasciato questa nuova esperienza?
Intanto una significativa
esperienza di lavoro con un equipe
affiatatissima e dove il senso della collaborazione e condivisione era molto sviluppato. E questo
non è poco. Inoltre ho potuto offrire anche, per la prima volta, il mio aiuto
nella regia del film. Diciamo che mi sono ritrovato a dirigere il me stesso
attore e il me stesso uomo alla ricerca di Dio…
Nel tuo film più famoso Fuoco su
di me del regista Lamberto Lambertini, c’è una scena, la scena madre, in cui il
nonno, uno straordinario Omar Sharif, abbracciandoti ti rivolge un invito
accorato: Non dimenticare mai che la gentilezza è la nostra forza. Continui a
credere in questo valore?
Una frase che mi si è stampata
dentro come un marchio di fuoco. Una scena dove la finzione diventava realtà:
quella frase la conservo come il testamento lasciatomi del grande Sharif. E oggi, nonostante sia consapevole che gli
animi gentili soffrono molto in una realtà sociale sempre più “malata” e dove
la passione ideale, la capacità professionale e la gentilezza sono spesso armi
bianche che fanno paura a chi ha messo
le mani nel fango, continuo a credere fortemente nel valore della Gentilezza…Essa deve continuare ad essere la nostra forza!
Come vedi oggi il mondo
dello spettacolo?
Lo vedo completante diverso da
quando ero molto piccolo. Purtroppo è
cambiato in peggio e questo mi fa soffrire. Ma ci sono sempre opportunità per
chi fa questo mestiere, come me, per vocazione, di riuscire a riportare la Luce
della verità artistica in modo sottile, con quell’arte che nasce dal cuore.
Questa è per me la vera arte.
So che sei impegnato anche in
alcune scuole di recitazione. Ce ne parli un po’.
Sto insegnando un metodo da me
creato il Training Olistico Attoriale di preparazione alla performance, edito
da Area51 Publishing e il Training Olistico Totale. Entrambi aiutano a gestire
l’ansia e la paura da prestazione per chi deve relazionarsi con un pubblico o
con un esame o chi è sotto giudizio, riuscendo così a lasciarsi andare senza
pensare troppo e sentendosi liberi di essere se stessi. Il secondo è soprattutto
basato sul funzionamento della mente e sul lavoro per raggiungere quegli
obiettivi personali e professionali che spesso autoboicottiamo con le nostre
paure e credenze sabotanti. Entrambi i metodi sono davvero utili per la vita
quotidiana, non solo per chi è artista anzi spesso per chi ancora non sa che
pesci prendere nella vita. Li sto insegnando in varie accademie e da poco sono
diventato anche docente per l’istituto Armando Curcio, una università privata
riconosciuta, con la quale pubblicherò anche una sperimentazione scientifica di
essi.
Quale consiglio daresti ad un
giovane che vuole entrare nel mondo dello spettacolo
Gli direi di capire, prima di
ogni altra cosa, quali sono i suoi obiettivi di vita per la sua felicità. Spesso sono molto
confusi. I giovani, in genere, non possono sapere cosa desiderano per se
stessi, e tante volte sono indotti, da modelli a loro vicini a pensare che per
essere felici bisogna inseguire il successo e accumulare molti soldi. No, bisogna far loro capire che questi sono
falsi miti. Oggi i giovani sono i più esposti perché nella loro proiezione
verso il futuro cadono nelle maglie di un potere effimero e falso. Con la mia
scuola ho incontrato tanti giovani che arrivavano delusi, sconfitti, sfiduciati
e vivendo insieme in un rapporto nuovo tra le persone, nel
rispetto profondo dell’uno per gli altro,
si rendono conto che la vera vita è davvero un’altra, e che tutto
dipende da loro stessi, e che la felicità va costruita momento per momento.
Potrei raccontare tante storie forti di ragazzi e di cambiamenti bellissimi.
Potete leggere alcune recensioni sulla pagina Fb del Training Olistico
Attoriale.
Hai scritto e cantato sulla pace.
In un momento così drammatico per l’umanità continui a lavorare per questo
obiettivo?
Pace con se stessi, pace con gli
altri, con l’umanità E’ l’aspirazione più profonda di ogni essere umano. Quado
ho scritto la canzone Pace capivo che il valore più importante nella vita di un
uomo è l’amore e che l’amore è strettamente connesso con la pace, quella pace
interiore di cui andiamo continuamente alla ricerca. Se vivo una vera
esperienza d’amore con gli altri, sono in pace con me stesso e riesco a stare
anche in pace con tutti e a dare il mio contributo per la realizzazione di quel
sogno di una umanità nella quale tutti hanno diritto di piena cittadinanza.
A cura di Pasquale Lubrano
Lavadera
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